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Cosa pensano i palestinesi

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Il PCPSR (Centro palestinese per la ricerca politica e d’indagine) pubblica delle nuove rilevazioni dell’opinione pubblica palestinese.

Dall’attacco del 7 ottobre 2023 all’invasione è molto difficile per ricercatori e giornalisti capire cosa pensino i palestinesi della loro situazione, delle loro guide politiche e dei rapporti con Israele.

Il Centro palestinese per la ricerca politica e d’indagine, organizzazione del terzo settore finanziata per la maggior parte da Unione europea e Fondazione Ford, pubblica sondaggi di opinione tra la popolazione palestinese da più di trent’anni. L’ultima rilevazione è stata fatta a giugno 2024.

Il sondaggio rivela una situazione di sopravvivenza critica, dove più di un terzo degli abitanti di Gaza non ha cibo per più di uno o due giorni e quasi l’80% degli intervistati ha avuto un famigliare ammazzato o ferito.

Dal punto di vista politico non sembra esserci alternativa ad Hamas: vi è un supporto comunque alto per il movimento e l’attacco del 7 ottobre, una continua disaffezione invece verso Fatah e i suoi capi; l’unica figura politica che riesce a migliorare il suo consenso è Marwan Barghouti.

Sul medio termine la priorità politica è quella di ristabilite i confini del ’67 ed esercitare pieno controllo su Gaza e Cisgiornadia. Il primo anno di guerra ha fatto diminuire il sostegno alla posizione «due popoli, due stati» (con circa un terzo degli intervistati che si dicono d’accordo) e aumentare invece l’appoggio alla lotta armata.

Si notano altri cambiamenti dall’inizio dell’offensiva e su alcune tematiche anche una spaccatura tra palestinesi di Gaza e palestinesi della Cisgiordania.

I risultati indicano che circa l’80% dei gazesi ha perso un parente o è stato ferito nella guerra in corso. Ciononostante, due terzi del pubblico sono favorevoli all’attacco del 7 ottobre e quasi l’80% ritiene che abbia posto la questione palestinese al centro dell’attenzione mondiale. Sebbene la stragrande maggioranza non creda che le decisioni della Corte penale internazionale, se emesse, porteranno all’arresto dei leader di Israele o di Hamas, la maggioranza ritiene che tali decisioni potrebbero contribuire ad accelerare il processo di cessazione della guerra. I risultati indicano anche che due terzi dell’opinione pubblica si aspetta che Hamas vinca la guerra a Gaza, ma questa percentuale scende a circa la metà nella Striscia di Gaza. Inoltre, solo la metà dei gazesi si aspetta che Hamas torni a controllare la Striscia dopo la guerra. Mentre l’opinione pubblica sostiene il testo della dichiarazione del vertice arabo di Manama, la stragrande maggioranza non è d’accordo con le dichiarazioni del presidente Abbas durante il vertice. La richiesta di dimissioni di Abbas è in aumento e i risultati mostrano un incremento della popolarità di Hamas e di Marwan Barghouti. I risultati indicano anche un calo significativo nella Striscia di Gaza del sostegno alla soluzione dei due Stati, sebbene circa la metà dell’opinione pubblica ritenga che la priorità palestinese debba essere la fine dell’occupazione e la creazione di uno Stato palestinese indipendente. Al contrario, il sostegno alla lotta armata aumenta e il sostegno allo scioglimento dell’Autorità palestinese supera il 60%.


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