Su suggerimento di @Humù
Paolo Attivissimo riassume sul suo blog le ultime informazioni sui motivi per cui il lander Schiaparelli si sia schiantato su Marte. Pare che le vibrazioni eccessive in seguito all’apertura del paracadute hanno confuso il sensore che misurava l’accelerazione facendo credere a Schiaparelli di essere già atterrato quando invece era ancora in caduta.
Tutta la parte rimanente del programma di discesa si svolgeva secondo una sequenza che dipendeva dalla quota, per cui il computer ha sganciato il paracadute (in anticipo), ha acceso i retrorazzi soltanto per il tempo minimo previsto dal programma (tre secondi), ha spento tutto e infine ha trasmesso il messaggio “sono atterrato”. Ma non era vero: stava ancora precipitando.
Schiaparelli, a circa 2 o 3 chilometri dalla superficie di Marte, era talmente convinto di essere atterrato che ha addirittura acceso la propria piccola dotazione di strumenti scientifici e ha iniziato a trasmettere i dati che rilevavano. Diciannove secondi dopo è atterrato davvero sul pianeta rosso, ma a circa trecento chilometri l’ora, disintegrandosi.
Immagine da Wikimedia Commons
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