@Morgho segnala un questionario indetto dalla Commissione Europea per indicare al consiglio quale sono le direzioni in cui si vuole dirigere l’Europa stessa.
In questo secondo episodio, attraversiamo l’Europa per raccontarvi l’inizio della campagna elettorale per le Europee 2019. Partiamo da Lisbona, dove il Congresso del PSE ha nominato Frans Timmermans come suo candidato di punta. Facciamo poi un salto a Helsinki, al Congresso del PPE, dove il tedesco Manfred Weber ha raccontato delle sue origini in un piccolo paesino bavarese e ha presentato le sue posizioni dure contro l’immigrazione, prima di venire scelto come Spitzenkandidat del partito. Tocchiamo Aquisgrana, città tedesca di frontiera, in cui Francia e Germania hanno firmato un nuovo Trattato molto importante, e torniamo inevitabilmente a Roma, dove i partiti italiani cominciano a scambiarsi i primi colpi in vista del voto del 26 maggio. Ultima, inevitabile tappa: Londra (per le ultime sulla Brexit).
La nuova puntata del podcast Lo stato dell’Unione si può ascoltare su Spreaker.
Le recenti tensioni tra Italia e Francia (che, mentre scriviamo, sono culminate con il richiamo in patria dell’Ambasciatore francese a Roma) hanno messo in secondo piano la notizia europea della settimana: Margrethe Vestager, commissaria UE per la concorrenza, ha calato la sua scure sul matrimonio Alstom/Siemens, un megaprogetto industriale francotedesco che puntava a fondere i due principali produttori europei di materiale ferroviario. Secondo la Direzione Generale guidata dalla ex ministra danese, la fusione tra le due imprese avrebbe distorto la concorrenza, creando un monopolio nella produzione di materiale rotabile e dispositivi per la sicurezza.
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Come faceva quella canzone di De Gregori? «Il verde brillante della prateria dimostrava in maniera lampante l’esistenza di Dio, del Dio che progetta la frontiera e costruisce la ferrovia». C’era un tempo in cui i funzionari europei si percepivano un po’ così, come degli Dei portatori di civiltà e binari. Da questa spinta innovatrice nacquero progetti grandiosi e faraonici come il TEN-T, acronimo di Trans-European Transport Networks, la rete di strade, canali e tracciati ferroviari avviata a metà degli anni Novanta che avrebbe dovuto facilitare l’espansione del mercato unico europeo – aka, la civiltà – in ogni angolo della nuova Europa.
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