A cura di @Mambombuti
“Come può un’entità fisica, vale a dire quell’ammasso di neuroni che è il cervello, generare un’entità non fisica, vale a dire gli stati soggettivi, come ad esempio un mal di denti?” ( Christof Koch)
Siamo ancora molto lontani dal trovare una risposta a questo interrogativo e il dibattito tra gli addetti ai lavori quanto si discute di questi temi assume spesso toni accesi. Il rapporto tra cellule del sistema nervoso e “Genesi della Coscienza individuale” rappresenta infatti ancora uno dei campi meno risolti della neurofisiologia.
Un articolo di Quartz, ripreso brevemente in italiano da Rivista Studio, racconta come nel 2014 un’equipe medica della George Washington University, mentre stava trattando una donna con epilessia tramite stimolazione con elettrodi intracranici, ha individuato in modo del tutto casuale una specifica regione dell’encefalo (situata nel claustro) la cui stimolazione (o inibizione) era in grado di accendere (o spegnere) “a piacimento” lo stato di coscienza della paziente.
Il claustro è una sottile lamina di sostanza grigia localizzata in profondità nell’encefalo (vicino all’amigdala) le cui funzioni sono ancora in gran parte ignote. Alcuni ricercatori, tra cui Francis Crick (Premio Nobel per la scoperta del DNA), nel corso degli anni hanno avanzato l’ipotesi che questa zona potesse essere in qualche modo strettamente coinvolta nella regolazione dello stato di coscienza dell’individuo.
L’insolito caso della donna epilettica ha convinto Christof Koch, neuroscienziato di fama mondiale (e non a caso allievo di Crick), ad intensificare lo studio di questa piccola regione cerebrale, utilizzando le più innovative e sofisticate biotecnologie a nostra disposizione (di C. Koch tra l’altro abbiamo già parlato su hookii tempo fa).
Pochi giorni fa, dopo due anni di ricerche, Koch e la sua equipe hanno annunciato su Nature di aver individuato nei topi tre neuroni giganti che si trovano appunto nel claustro e che collegano varie regioni di entrambi gli emisferi (v. l’immagine su Nature). Uno di questi neuroni avvolge addirittura tutta la corteccia cerebrale «come una corona di spine» e, secondo l’autore,«potrebbe avere la funzione di coordinare i segnali provenienti dalle varie zone del cervello per dare forma alla coscienza».
Anche se ovviamente “gli interrogativi e i misteri sulla Coscienza” (persino sulla definizione di questo concetto) sono ben lungi dall’essere risolti, quella di Koch rimane comunque una scoperta importante, anche solo per l’eccezionalità anatomica e fisiologica di questo Enorme Neurone Iperconnesso di cui fino ad oggi ignoravamo l’esistenza.
Il prossimo passo sarà verificare se neuroni di questo tipo sono presenti anche nel sistema nervoso umano, anche se non sarà impresa facile, in quanto le tecniche di ingegneria genetica e di mapping e imaging cerebrale utilizzate dall’equipe di Koch sui topi (Green fluorescent protein) non potranno di certo essere applicate sull’uomo.
Immagine tratta da Flickr.
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