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Dalla Palestina al Libano: Israele alla resa dei conti e la fine del diritto internazionale

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In un articolo pubblicato su Valigia Blu, Laura Silvia Battaglia fa il punto sulla crisi mediorientale.

Ma qui il passaggio è ulteriore: è una dichiarazione di proprietà territoriale. Nella תנך (ossia Tanakh, la Bibbia ebraica), in Genesi 12,2 Dio promette ad Abramo che la sua discendenza diventerà un goy gadol, una “grande nazione” e si tratta di uno dei passi in cui il termine goy indica gli Israeliti. Lo stesso termine nell’uso è invece diventato un identificativo delle popolazioni non-israelite, dunque dei gentili, assumendo anche un’accezione spregiativa. Per la destra messianica, questa promessa va riconsiderata alla lettera e, anche se per una certa parte della società israeliana questa interpretazione è considerata un’esagerazione, l’attentato del 7 ottobre ha legittimato l’obiettivo di conquista in nome del diritto alla difesa dello Stato, in virtù del senso di accerchiamento e insicurezza patito dagli israeliani in quanto ebrei, nonché della necessità di rendere effettive le parole “mai più” di fronte a un potenziale secondo Olocausto.

 


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