un sito di notizie, fatto dai commentatori

Eco dopo Eco

106 commenti

Su suggerimento di @e.c.o. (ex coelis oblatus)

Eco aveva “scoperto, in età matura, che di ciò di cui non si può teorizzare, si deve narrare”: si tratta di un’affermazione forte, che va intesa come la chiave di volta – storica e intellettuale – dell’intera opera di Umberto Eco: la scrittura semiotica e quella romanzesca non solo non si oppongono, ma si fanno reciprocamente da sponda.

(…) Ma perché questa patente parodia dell’ultima celebre riga del Tractatus? “Ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”, scriveva Wittgenstein. Ma il ‘parlare’, in Eco, diviene ‘teorizzare’, e il ‘tacere’ si trasforma in ‘narrare’. Un evidente rovesciamento filosofico, ma ironicamente consegnato a un risvolto di copertina – sparito, fra l’altro, nelle edizioni successive del romanzo.

La prospettiva e l’opera di Umberto Eco, dal punto di vista di Gianfranco Marrone su Doppiozero.

 

Immagine di sylvar via Flickr, CC BY 2.0


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.