A cura di @NedCuttle21(Ulm).
In un’intervista a cura di Silvia Truzzi pubblicata su Il Fatto Quotidiano, le riflessioni del costituzionalista Gustavo Zagrebelsky sui risultati delle elezioni del 4 marzo scorso.
Professor Zagrebelsky, che lettura dà del voto del 4 marzo?
Non una rivoluzione, piuttosto una ribellione o, se preferisce, una rivolta. Mi baso non su dati di demoscopia elettorale, ma su personali diffuse percezioni.Rivolta contro chi o contro cosa?
La psicologia politica democratica è ciclica. Le democrazie, all’inizio, sono sistemi aperti alla larga partecipazione popolare; poi, più o meno rapidamente si rattrappiscono in oligarchie. Le forme possono restare tali, ma i cittadini iniziano a sentirsi estranei in casa propria. Della trasformazione delle democrazie in oligarchie è testimone la storia. La ribellione non è una malattia dello spirito, ma la reazione a un sentimento di spossessamento, tanto più forte quanto più la classe politica è stata sorda e si è costituita in casta. Non appena si toglie il coperchio, arrivano le sorprese.
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