A cura di @Nedcuttle21(Ulm).
In un articolo pubblicato su Libération e tradotto per Internazionale da Federico Ferrone, Paul B. Preciado critica la definizione comunemente accettata in ambito psichiatrico di “feticismo” – triste retaggio, secondo l’autore, della violenza coloniale -, proponendone una diversa interpretazione.
Mi chiedo allora, e lo chiedo ai colleghi psicologi, se sia possibile continuare a usare oggi la nozione di feticismo come categoria diagnostica e di trattamento clinico.
Io ritengo che, lungi dall’essere un segno di deviazione o di perversione, il feticismo ci mostra la portata delle limitazioni che la modernità occidentale, impegnata a fabbricare un’esperienza sessuale civilizzata, ha imposto alla pulsione vitale.
Immagine da Flickr.
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