Su suggerimento di @Ander Elessedil.
Qualche giorno fa su hookii si commentava questo articolo che spiegava cosa è uno tsunami e cosa fare in caso di coinvolgimento in un evento catastrofico del genere, ma nessuno di quei suggerimenti potrebbe essere utile al cospetto del disastro avvenuto 73.000 anni fa sull’isola di Santiago, nell’arcipelago di Capo Verde.
Nel 2011 un gruppo di ricercatori europei pubblicò una ricerca scientifica che analizzava le tracce di un moderato tsunami avvenuto sulle coste dell’isola. La causa era il collasso dell’edificio vulcanico del Fogo, uno dei vulcani che punteggiano l’arcipelago, presente su un’altra isola distante 55km.
Ricardo Ramalho, un geofisico dell’università di Bristol, ebbe un’intuizione leggendo quel paper: si ricordava di alcuni enormi e misteriosi massi presenti su un pianoro dell’isola di Santiago di cui non si era in grado di dedurre la provenienza, a causa della discrepanza con la geologia circostante.
Ma uno tsunami poteva spiegare tutto, anche se avrebbe dovuto essere ben più grande di quello appena scoperto.
Dopo estese analisi in loco Ramalho e colleghi hanno pubblicato la loro ricerca in cui non solo confermano che i massi sono stati portati sul pianoro da uno tsunami, ma grazie a una datazione fatta utilizzando la concentrazione di elio-3 sui massi hanno potuto datare l’evento a circa 73.000 anni fa.
Questa particolare onda fu enorme, i massi si trovano oggi a 200 metri sopra il livello del mare. E’ stato calcolato che fu alta, sulla costa, almeno 170 metri e che invase tutto il territorio dell’isola fino ad altezze di 270 mslm. La causa è stata individuata ancora in un collasso dell’edificio vulcanico del Fogo.
La ricerca, oltre a far luce sulla storia geologica dell’arcipelago, permette di analizzare un tipo di tsunami diverso da quello causato da un terremoto, entrato nell’immaginario collettivo dopo Sumatra: un’onda creata da una gigantesca frana è più rara (in ntempi storici non è mai stata registrata) ma può avvenire in vari luoghi al mondo, specialmente su isole o coste vicine a arcipelaghi formati dall’attività vulcanica, come Capo Verde, le Hawaii e le Azzorre.
Il monitoraggio diventa quindi molto importante. Lo stesso Fogo rimane un vulcano più che attivo, la sua ultima eruzione è del 2015.
Immagine da pixabay.
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