Il New York Times con un articolo a firma
Le aziende alimentari occidentali, come Nestlé, stanno infatti espandendosi aggressivamente nei paesi in via di sviluppo, contribuendo all’obesità e ai problemi di salute della popolazione locale.
Fino a poco tempo fa, Nestlé sponsorizzava una chiatta fluviale che consegnava decine di migliaia di cartoni di latte in polvere, yogurt, budino al cioccolato, biscotti e caramelle alle comunità isolate del bacino amazzonico. Da quando la chiatta è stata messa fuori servizio a luglio, i proprietari di barche private sono intervenuti per soddisfare la domanda.
Nestlé utilizza venditori porta a porta per raggiungere le famiglie più povere in Brasile, vendendo cibi confezionati e zuccherati.
Nestlé’s direct-sales army in Brazil is part of a broader transformation of the food system that is delivering Western-style processed food and sugary drinks to the most isolated pockets of Latin America, Africa and Asia. As their growth slows in the wealthiest countries, multinational food companies like Nestlé, PepsiCo and General Mills have been aggressively expanding their presence in developing nations, unleashing a marketing juggernaut that is upending traditional diets from Brazil to Ghana to India.
L’aumento della disponibilità di cibi ad alto contenuto calorico e poveri di nutrienti sta causando un’epidemia di obesità e malattie croniche come il diabete e le malattie cardiache. Le multinazionali alimentari esercitano una forte influenza politica, ostacolando le iniziative di salute pubblica volte a limitare il consumo di cibi non salutari. E influenzano anche l’agricoltura locale.
Mentre le multinazionali si spingono sempre più in profondità nei paesi in via di sviluppo, stanno trasformando l’agricoltura locale, spingendo gli agricoltori ad abbandonare le colture di sussistenza a favore di materie prime come la canna da zucchero, il mais e la soia, gli elementi costitutivi di molti prodotti alimentari industriali.
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