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Formidabile Boccioni

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Arte.it presenta un documentario inedito dal titolo FORMIDABILE BOCCIONI scritto da Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà con la regia di Franco Rado, prodotto da ARTE.it Originals in collaborazione con ITsART e Rai Cultura e disponibile in esclusiva su ItsART.

Tra le voci che nel documentario raccontano Umberto Boccioni (Reggio Calabria, 19 ottobre 1882 – Verona, 17 agosto 1916), artista futurista creatore di nuovi linguaggi volti a dare rilievo alla modernità, c’è anche quella di  James M. Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera a Milano, dove sono custoditi  alcuni suoi capolavori come Rissa in Galleria e l’Autoritratto. E’ proprio a Bradburne che Arte.it dedica un’intervista.

“Viviamo tutti, come Boccioni, Freud e Einstein senza sapere cosa ci riserverà il futuro, così come Einstein nel 1907 non prevedeva il pieno impatto della sua consapevolezza che energia e materia fossero correlate. Tuttavia, il futuro di Einstein, quello di Freud e quello di Boccioni sono stati in gran parte realizzati.”

La Milano dei primi anni del Novecento, dove Boccioni incontrò Tommaso Marinetti, è il luogo nel quale l’artista lavorò al passaggio dal divisionismo al futurismo e si dedicò alla ricerca del dinamismo, della velocità che tende a compenetrare figure e sfondi, della “simultaneità” (ovvero lil tentativo di rendere ciò che è vicino e ciò che è lontano, il passato, il presente e il futuro insieme).

Divenuto pittore in maniera non convenzionale, Boccioni, abbracciando la rivoluzione di Marinetti, dedicò la sua vita a inventare un nuovo linguaggio contemporaneo per esprimere la modernità in pittura e in scultura. Anno della svolta fu il 1910, quando, il 21 febbraio, Boccioni conobbe a Milano il poeta Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del Futurismo. E dello stesso anno è anche uno dei capolavori di Boccioni conservati presso la Pinacoteca di Brera, Rissa in galleria, composto nei mesi immediatamente successivi alla firma del Manifesto Tecnico della Pittura Futurista (1910), dove il pittore utilizza – ed esaspera – la tecnica divisionista per studiare i movimenti della folla e per creare inediti effetti di luce e di dinamismo, accentuati dall’uso di vivacissimi colori complementari.
Proprio a Milano, attratto dal nuovo spirito tecnologico che animava la città, Boccioni si era trasferito dopo un periodo trascorso a Roma, deluso dal clima artistico della capitale dove i fermenti e le novità che si agitavano in Europa non trovavano alcuna risonanza.


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