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g/audio marzo 2024

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Cazzeggiando su Youtube mi è comparso il video in cui Fabri Fibra, ospite da Cattelan, ripercorre la storia del rap italiano. Fibra, in veste di antrapologo (pun intended), costruisce uno bizzarro albero genealogico alla lavagna, ricco di appellativi caustici per ciascuna radice, ramo e foglia e con tanto di uccellini (gli haters) che aleggiano su questo e quello.

Al di là delle proteste – scontatissime – di chi dice “Manca quello! Manca quell’altro!”, il video è un modo simpatico per avere una primissima idea di quello che è stato ed è oggi il rap in Italia, soprattutto per chi – come il sottoscritto – ne sa veramente poco.

Per chi vuole approfondire, però, la ricerca di una ricostruzione più dettagliata e oggettiva non è tanto facile. Il genere è nato dall’underground delle grandi città italiane, in maniera non coordinata e spontanea, per cui il tronco e le foglie sono evidenti a tutti mentre le radici sono aggrovigliate e nascoste. Sono chiari però alcuni punti chiave, come il tour italiano di Afrika Bambaataa negli anni ’80 (, le Posse e i collettivi, la difficoltà di installare la lingua italiana su una piattaforma musicale nata per un certo tipo di inglese (un problema interessantissimo già affrontato da altre lingue e da altri generi musicali).

Sulla storia del rap in Italia purtroppo non ho trovato articoli completi e al tempo stesso approfonditi. Bisogna prendere un po’ qui e un po’ là. La ricerca di radici (che forse non lo erano) fatta su Medium, una panoramica degli anni ’90 fatta da Esquire, una cronologia spiccia ma efficace del nuovo millennio fatta da Rolling Stones, e le solite classificone degli “album fondamentali” (quella di RS vale la pena anche solo per vedere come erano “fatte male” le copertine degli album rap anni ’90 – ma forse è una questione estetica che riguarda qualunque cosa di quel decennio).

Da parecchio tempo oramai il rap, coi suoi figli e i suoi nipoti, è in cima alle classifiche italiane in pianta stabile, e mentre il mukko medio basisce Marracash vince meritatamente la Targa Tenco per il miglior Album (2022).

Il g/audio di questo mese è pertanto una sorta di aiuto di gruppo (di mandria, anzi): che i mukki esperti di rap aiutino gli altri bovini a capire, una volta per tutte, cosa diavolo è questa roba che passa in radio!

Le classifiche quando questo post è stato scritto (in grassetto le new entry rispetto alla volta scorsa)

Top 3 Album su Spotify Italia:

    1. Nei letti degli altri, Mahmood
    2. X2VR, Sfera Ebbasta
    3. Il coraggio dei bambini, Geolier

    Top 3 Album su Spotify Mondo:

    1. The highlights, The Weeknd
    2. Vultures, ¥$
    3. Lover, Taylor Swift

Top 3 Album su Album of The Year (con più di 10 recensioni)

  1. Iechyd Da, Bill Ryder-Jones
  2. I got heaven, Mannequin Pussy
  3. The past is still alive, Hurray for the Riff Raff


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