Su suggerimento e a cura di @gio
A pochi giorni dal quindicesimo anniversario del G8 di Genova e mentre in Senato si discute in seconda lettura il disegno di legge per l’introduzione del reato di tortura, due notizie segnalano come sia ancora difficile pervenire a una visione condivisa su quanto sia avvenuto e sul successivo iter giudiziario.
Da un documento firmato dall’ex Capo della Polizia Alessandro Pansa si è potuto risalire all’entità della sanzione disciplinare comminata agli agenti e funzionari responsabili della macelleria messicana e delle false prove della scuola Diaz: 47 euro virgola 57 centesimi.
Un’altra vicenda è invece più confusa.
Accade che pochi mesi dopo la pubblicazione sul registro on line, e accessibile da chiunque, delle sentenze, quelle del G8 appaiono prive dei nomi dei condannati
La questione diviene oggetto di un’interrogazione parlamentare del Senatore Luigi Manconi alla quale il Ministro della Giustizia tuttavia non ha ancora dato risposta. Nel frattempo le sentenze ricompaiono con i nomi dei condannati, ma con l’identità delle parti offese e dei testimoni di polizia cancellati a mano con un pennarello nero. In attesa dei necessari chiarimenti, esiste un rischio, quello di
compromettere la ricostruzione dei fatti a distanza di molti anni, quando i brandelli restituiti dal web o dai giornali avranno necessariamente bisogno d’un raffronto con i dati istituzionali. Se i nomi dei protagonisti sono coperti, a chi si chiederà di rievocare quei giorni?
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