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Gelo Mistral

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Questa settimana non si può non parlare di Mistral AI. Una startup francese fondata a Parigi meno di un anno fa, nell’aprile del 2023, che nei primi 8 mesi aveva raccolto 500 milioni di euro, per una valutazione che lo scorso dicembre era sui 2 miliardi di dollari. ​​La seconda startup europea di intelligenza artificiale ad aver raccolto tanti fondi, dopo la tedesca Aleph Alpha.

I tre fondatori tecnici arrivano da DeepMind (il CEO Arthur Mensch) e da Meta (Guillaume Lample e Timothée Lacroix). Gli investitori dalla Silicon Valley (più imprenditori e società francesi). Ma tra i fondatori di Mistral (o almeno, cofounding advisor) c’è anche Cédric O, ex ministro francese del digitale, ottimi rapporti col presidente Macron. “Quando l’anno scorso una bozza della legge dell’Unione Europea sull’AI ha minacciato di costringere Mistral a divulgare la sua ricetta di dati, O ha coordinato, con l’appoggio di Macron, uno sforzo franco-tedesco per opporsi a tali disposizioni. Queste sono state debitamente eliminate dal disegno di legge”, scrive in questi giorni L’Economist.

Questo mix tecnopolitico e franco-americano spiega in parte perché, malgrado Mistral si sia presentata come un campione da un lato dell’AI open source (in contrapposizione a quella sempre più chiusa e proprietaria di OpenAI), e dall’altro di un’emergente industria tech europea, l’accordo con Microsoft sia la cronaca di una partnership non annunciata (e questo come vedremo è la pietra dello scandalo), ma non così imprevedibile.

Il 26 febbraio Microsoft e Mistral hanno infatti comunicato “una partnership pluriannuale” in base alla quale la startup metterà a disposizione i propri modelli linguistici sulla piattaforma Azure AI di Microsoft. Si tratta della seconda azienda a farlo dopo OpenAI. Inoltre le due società lavoreranno assieme allo sviluppo e alla distribuzione di modelli linguistici di grandi dimensioni di prossima generazione.

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