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Gli stili di vita contemporanei e il riscaldamento globale

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Una ricerca sul Journal of Industrial Ecology mette in relazione i consumi e gli stili di vita contemporanei con le emissioni di CO₂.

È ben noto che il contributo al cambiamento climatico vari da persona a persona (con i più ricchi che contribuiscono in maniera preponderante al feonomeno). I ricercatori Kanyama, Nässén, Benders hanno indagato come specifici consumi influenzino le emissioni di anidride carbonica attribuibili al singolo. Come prima cosa hanno scelto undici categorie di spesa (dalla salute, alle vacanze, al tabacco, alle spese di trasporto), per poi sommare le relative emissioni in «consumatori medi» («medio» declinato in tre categorie: persona generica, uomo single, donna single).

Il primo risultato guarda le classi di consumo: per esempio le emissioni in taluni beni voluttari come le vacanze incidono nel nostro «budget di CO₂» di più di quello per cibo e bevande (30–33% contro 25–25%). Anche all’interno delle stesse macrocategorie vi sono dei risultati interessanti: per esempio, normalizzando per il prezzo, le emissioni di gas serra della carne di maiale sono molto meno inquinanti di quelle di agnello (ed entrambe maggiori dei pomodori); non solo, nel mobilio per la casa la categoria «tappeti» svetta per emissioni (al contrario dei più eco-friendly guardaroba e vasi).

Un secondo aspetto — ripreso polemicamente da un articolo di Silvia Granziero su The Vision — è il diverso impatto tra uomini e donne. Gli uomini single inquinano di più (a causa del citato contributo della classe «vacanze» nelle emissioni) rispetto alle donne single, entrambi sono meno virtuosi della «persona media» di oggi.

I ricercatori illustrano come, con singoli scambi all’interno delle stesse categorie, l’impatto ecologico possa cambiare sostanzialmente: per esempio scegliere il treno come mezzo di trasporto invece che l’aereo per le vacanze o (per quanto riguarda la casa ed altri consumi durevoli) avvicinarsi al mercato dell’usato può fare la differenza. Seguendo le proposte, si arriverebbe ad un abbattimento di quasi il 40% delle emissioni di gas serra da parte dei consumatori.


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