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Hikikomori analisi critica dello studio del CNR

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L’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ifc) ha condotto il primo studio nazionale volto a fornire una stima quantitativa dell’isolamento volontario nella popolazione adolescente: è il fenomeno dei cosiddetti “Hikikomori”, termine giapponese che in italiano si può tradurre come “ritirati sociali” e che indica la tendenza, nei giovani o giovanissimi, di smettere di uscire di casa, di frequentare scuola e amici, per chiudersi nelle proprie stanze e limitare al minimo i rapporti con l’esterno.

Il report integrale è disponibile sul sito web della onlus alla seguente pagina:

La ricerca ha coinvolto un campione di oltre 12.000 studenti e studentesse, rappresentativo della popolazione scolastica italiana fra i 15 e i 19 anni. Le proiezioni ci parlano di circa l’1,7% degli studenti totali (44.000 ragazzi e ragazze a livello nazionale) che si possono definire Hikikomori, mentre il 2,6% (67.000 giovani) sarebbero a rischio grave di diventarlo.

Il noto psicologo sociale Marco Crepaldi, che si occupa della questione da molti anni, esprime nel seguente video le sue perplessità su come è stato condotto lo studio, sia per i tempi in cui è stato condotto, in un momento in cui si era ancora alle prese con le restrizioni legate al coronavirus, sia riguardo i modi, essendo stati intervistati studenti che ancora frequentavano la scuola ed essendo stato posto un limite al tempo dell’isolamento sociale che a giudizio di Crepaldi è eccessivamente stringente per poter parlare di persona che soffrono di hikikomori, anche se lo stesso psicologo non si sottrae dal dare cifre in proposito che sono anche ben più elevate di quelle del CNR.

Infine andrebbe messa in evidenza l’esperienza positiva della cittadina di Fujisato che è apparentemente riuscita a risolvere la questione degli hikikomori, tra la propria popolazione, con l’uso di pratiche di inserimento della vita lavorativa dei soggetti che soffrivano di tale sindrome.
Ne trattava un articolo del 2017 della associazione Hikikomori Italia, sempre gestita dallo stesso Crepaldi.


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