Bloomberg racconta il crescente fenomeno della ludopatia in Brasile, un grave problema in un paese dove quasi un abitante su tre vive sotto al soglia di povertà.
Nei primi dell’Ottobre 2024, nella sede delle Nazioni Unite il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva si è lanciato in una filippica sui mali del gioco d’azzardo. È stato strano sentirne parlare durante le riunioni annuali di settembre delle Nazioni Unite, soprattutto perché questo panel era stato convocato per discutere degli sforzi per preservare le norme democratiche, ma Lula era troppo agitato per preoccuparsene. Il gioco d’azzardo, ha inveito, sta distruggendo le finanze di innumerevoli persone, soprattutto dei più poveri, che “accumulano debiti” per finanziare il loro vizio.
Un recente rapporto della banca centrale ha evidenziato la gravità di questo fenomeno, causando scalpore a Brasilia: il 20% dei fondi stanziati dal governo per il principale programma sociale del Paese ad agosto è stato speso su siti di gioco d’azzardo online. “La vulnerabilità legata alla povertà,” afferma Daniel Dias, professore alla Fundação Getúlio Vargas Law School, “è qualcosa che ci distingue.” A ciò si aggiunge il fatto che molti brasiliani stanno ottenendo accesso ai prestiti per la prima volta nella loro vita — tramite app mobili e carte di credito che applicano tassi di interesse annuali fino al 438% — creando così un mix esplosivo. Tanti brasiliani stanno accumulando debiti di gioco così elevati che Nubank, la banca più grande dell’America Latina, ha rilasciato una dichiarazione a settembre per rassicurare gli investitori di avere una bassa esposizione ai prestiti concessi ai giocatori in difficoltà.
Per decenni i brasiliani si sono dedicati al gioco d’azzardo in modo informale e fuori dalla legalità, ma da quando è stato legalizzato nel 2018 la ludopatia è diventata una piaga sociale, grazie al marketing aggressivo delle aziende e all’uso dei social media a scopo pubblicitario.
Internet è inondata di annunci di tigri cartoonesche che offrono immense ricchezze e di influencer che suggeriscono che gli stili di vita sontuosi sono solo a un giro di roulette. I jingle accattivanti con i nomi delle società di scommesse – come Betano, Betnacional e Blaze, che vende Crash, il gioco di cui dos Santos è appassionato – suonano incessantemente in TV e alla radio. Altri sono sparsi sulle maglie delle principali squadre di calcio brasiliane: Superbet, Esportes da Sorte, Pixbet.
Il numero di giocatori d’azzardo in Brasile è raddoppiato negli ultimi sei mesi, raggiungendo quota 52 milioni, secondo l’istituto di ricerca Instituto Locomotiva. La banca centrale stima che i brasiliani abbiano speso tra i 18 miliardi di reais (circa 3,1 miliardi di dollari) e i 21 miliardi di reais al mese per il gioco d’azzardo quest’anno fino ad agosto.
Il governatore della banca centrale, Campos Neto, ha evidenziato come una quota sproporzionata di questi giocatori provenga da famiglie a basso reddito. “È davvero preoccupante”, ha dichiarato in un evento a settembre.
Le cifre della banca centrale non tengono conto di un’altra tendenza preoccupante: l’uso delle carte di credito per finanziare queste scommesse. Il Brasile è tristemente noto per i suoi alti tassi d’interesse sulle carte di credito. In alcune banche minori, i tassi possono arrivare fino al 1.000% annuo, mentre i principali istituti di credito, come Nubank e Itau Unibanco, applicano tassi superiori al 300% annuo.
“Di solito, le persone sovraindebitate cercano modi per pagare. Prendono altri prestiti, chiedono aiuto alla famiglia, ricorrono agli usurai, cercano prestatori più piccoli,” spiega Viviane Fernandes, antropologa e ricercatrice di Idec, un’istituzione che tutela i consumatori. “E così finiscono per avere più creditori, rendendo molto difficile gestire tutti questi debiti.”
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