Su suggerimento di @Sguenz
Un articolo di Massimo Airoldi su DoppioZero parla della distinzione tra l’identità che ci si crea su internet e quella del mondo reale.
L’identità non va considerata come una proprietà stabile dell’individuo, ma come la risultante di un processo sociale, un equilibrio transitorio e, soprattutto, contestuale; perché è proprio il contesto in cui ci troviamo a co-costruire la maschera identitaria che comunichiamo – con le parole, il tono di voce, la postura, i vestiti che portiamo indosso. Che le identità degli “attori sociali” siano da considerarsi come agglomerati contraddittori di rappresentazioni fatte di omissioni, iperboli e invenzioni narrative lo diceva Erving Goffman, il quale enfatizzava il carattere artificiale, drammaturgico, strategico delle presentazioni del self giocate sui molteplici palcoscenici della vita quotidiana.
Immagine da Flickr
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