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I conti del sistema pensionistico tra gestioni in attivo e in passivo

I conti del sistema pensionistico tra gestioni in attivo e in passivo

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Il Punto analizza la situazione del sistema pensionistico italiano nel 2020 e valuta l’impatto della pandemia sui bilanci INPS.

La spesa pensionistica è ammontata nel 2020 a 234,736 miliardi, contro i 230,259 del 2019. Tenuto conto di un calo delle entrate contributive del 6,7%, in gran parte imputabile a COVID-19, il saldo negativo tra entrate e uscite si è attestato a circa 39,3 miliardi: un deficit su cui pesa soprattutto il disavanzo della gestione dei dipendenti pubblici.

I dati mostrano come i settori più critici siano le gestioni relative ai dipendenti pubblici, al fondo ex FS, ai fondi ex INPDAI relativi ai dirigenti industriali, a quella degli artigiani e a quella CDCM relativa ai lavoratori autonomi del comparto agricolo

Tra le gestioni che presentano disavanzi il più elevato è quella dei dipendenti pubblici che, al netto dei 10,8 miliardi di contributo aggiuntivo a carico del datore di lavoro Stato, ammonta a 36,427 miliardi di euro, risultante da entrate per 40,142 miliardi e da uscite per 76,569 miliardi, e in aumento rispetto a quello registrato nei due anni precedenti (30,58 miliardi nel 2018 e 33,65 nel 2019). In pratica, quasi l’intero deficit annuo dell’INPS. Per dimensione del passivo registrato seguono quindi il fondo ex Ferrovie dello Stato, il cui pesante squilibrio gestionale è stato ripianato mediante trasferimenti a carico del bilancio statale per 4,46 miliardi di euro, i fondi ex INPDAI, la gestione degli artigiani (3,398 miliardi), e quella CDCM relativa ai lavoratori autonomi del comparto agricolo (coltivatori diretti, coloni e mezzadri) con 2,13 miliardi di disavanzo oltre al miliardo a carico della fiscalità.

Diversa invece la situazione delle casse privatizzate dei liberi professionisti – con la sola significativa eccezione dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani, la cui gestione sostitutiva per i giornalisti dipendenti confluirà in INPS a luglio – che presentano risultati di bilancio positivi, beneficiando soprattutto di buon rapporto attivi/pensionati, per un totale di 3,877 miliardi.

Viene comunque confermata la sostenibilità della situazione pensionistica italiana, con qualche riserva.

Alla luce di questi dati, la pubblicazione conferma la sostenibilità del nostro sistema pensionistico attuale e nel prossimo futuro, a patto di: 1) spostare sui fondi bilaterali e sui contratti di espansione tutte le forme di anticipazione, compresi i gravosi di cui non c’è traccia nella letteratura scientifica; 2) mantenere la correlazione tra le età di pensionamento e la speranza di vita (la cosiddetta Quota 102, 64 di età e 38 di contributi, è un buon punto di equilibrio); 3) riformare l’organizzazione del lavoro prevedendo un sistema di invecchiamento attivo e rinforzare le politiche attive, (riducendo quelle politiche passive che assorbono la quasi totalità degli sforzi pubblici creando disincentivi all’occupazione), la formazione professionale e di 4) continuare a puntare sulla prevenzione, per aumentare non solo l’aspettativa di vita ma soprattutto quella in buona salute.


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