Un articolo pubblicato su Public Domain Review introduce una selezione interessante di immagini provenienti dalla collezione Pierre de Gigord, che documentano la vita degli armeni nell’Impero ottomano del XIX secolo.
Molte di queste immagini sono state scattate dai fotografi armeni Pascal Sebah e Abdullah Frères. Grazie alla generosità del collezionista francese Pierre de Gigord, il Getty Research Institute (GRI) ha raccolto un vasto insieme di immagini che documentano l’Impero ottomano del XIX secolo, in particolare l’area che oggi conosciamo come Turchia. Numerose fotografie ritraggono la comunità armena all’interno dell’Impero ottomano. Queste immagini rappresentano leader religiosi, famiglie e individui vestiti con abiti etnici. Oltre a quelli che vivevano a Costantinopoli (l’attuale Istanbul), le fotografie mostrano anche dettagli della vita in altre città, comprese preziose vedute dei quartieri armeni.
Durante il tardo XIX secolo, alcuni dei principali studi fotografici a Costantinopoli erano di proprietà e gestiti da fotografi di origine armena.
Forse l’aspetto più affascinante della collezione Gigord è il numero di immagini scattate da fotografi armeni. A causa del frequente impiego di armeni come chimici, orafi e farmacisti, molti possedevano le competenze necessarie per la fotografia, in particolare una conoscenza approfondita dei processi chimici utilizzati nello sviluppo.
Pascal Sebah, ad esempio, aprì il suo studio «El Chark» nel 1857 e ottenne un grande successo con i suoi ritratti eleganti e dettagliati. Dopo la sua morte, il suo studio continuò a prosperare e cambiò nome in «Sebah and Joaillier». Alcune delle immagini più interessanti della collezione Gigord sono state scattate da fotografi armeni come Sebah.
Tra le immagini presenti nella collezione, ci sono ritratti di un patriarca armeno, una famiglia armena e un gruppo di uomini armeni in abiti a scacchi. Queste fotografie testimoniano la maestria tecnica di Sebah e l’uso artistico della fotografia.
Uno sguardo prezioso sulla vita degli armeni nell’Impero ottomano attraverso l’obiettivo di fotografi di talento.
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