Benedetta Intelisano intervista lo storico Adriano Prosperi, studioso di storia del cristianesimo e dell’età della controriforma. Prosperi spiega i problemi che nascono dalla parola «identità».
L’intervista parte da un opera scritta nel ’96 da Prosperi, Tribunali della coscienza: il libro è un’analisi del comportamento della Chiesa cattolica nella prima epoca moderna (in opposizione a Lutero); la tesi è che a fianco di risultati lodevoli, il prezzo della controriforma (parola essa stessa protagonista di dibattiti fra gli storiografi) fu la rinuncia alla libertà individuale del fedele.
Seconco Prosperi è solo oggi che la Chiesa cattolica sta prendendo atto della “sconfitta” di allora, e la frattura si sta ricomponendo solo ora in una società dove il cristianesimo ha sempre minor peso.
La necessità di una “nuova riforma” deve abbracciare tutta la società: secondo Prosperi bisogna come prima cosa rifare la coscienza degli europei, per la responsabilità che hanno rispetto ai problemi del mondo. Tutte le contraddizioni di cui siamo testimoni in Europa (il video è del 2017) secondo Prosperi non sono altro che «l’esito di secoli di violenze e di sopraffazioni europee».
Prosperi poi ripercorre la sua storia personale: nato durante la guerra e l’occupazione tedesca, la sua passione per la storia nasce dall’idea che la disamina della storia fosse l’unica via per costruire il futuro. Da questo nasce l’ultimo libro di Prosperi: Identità. L’altra faccia della storia.
Prosperi ritiene che tutto quello che è stato in passato definito come cultura ora è identità, qualcosa di immobile a cui agganciarsi e sentirsi protetti. Da un ottica “innocente” (per esempio per descrivere le abitudini, i giochi, le tradizioni di una particolare città), il concetto di identità si sviluppa secondo Prosperi con un ombra cupa, di esclusione, fino ad arrivare al Nazismo. Secondo Prosperi «nuovi movimenti, nazistoidi» non si definiscono più tali, ma appunto usano si rifugiano nella parola identitari.
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.