In un articolo pubblicato su Left, Giulio Cavalli ci parla del contenzioso tra Gucci e il fisco italiano conclusosi con un accordo secondo il quale il celebre marchio di moda risparmierà circa 748 milioni di euro sul totale delle tasse evase. Ma sulla vicenda ci sarebbero delle novità.
Ora c’è una novità, sempre scovata da Stefano Vergine per Il Fatto Quotidiano con Yann Philippin di Mediapart: François-Henri Pinault (amministratore delegato e azionista di maggioranza di Kering che controlla marchi come Gucci, Yves-Saint Laurent, Balenciaga, Bottega Veneta e tanti altri) era consapevole dei “trucchi” usati dal gruppo. Anzi, era perfino stupito dell’accondiscendenza dello Stato italiano: «Quando guardiamo alle statistiche italiane abbiamo la sensazione, per essere molto chiari, che Gucci sia protetta da anni. Non sappiamo come, ma abbiamo meno problemi degli altri, molti meno problemi, e non ne vediamo il motivo. Ci chiediamo: siamo protetti perché compriamo la protezione?», disse il 4 febbraio 2016 in una riunione con il vice amministratore delegato Jean-François Palus, con il direttore finanziario, Jean-Marc Duplaix e il responsabile del settore immobiliare e fiscale, Carmine Rotondaro.
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