un sito di notizie, fatto dai commentatori

Il commercio post-Brexit

Il commercio post-Brexit

0 commenti

Heather Stewart su The Guardian parla delle divergenze UE/RU a quasi tre anni dalla Brexit.

Il Regno Unito ha affrontato la divergenza post Brexit a macchia di leopardo. La duplicazione di certificazioni ed enti di controllo (promossa dal governo conservatore come cardine per riprendere in mano il proprio destino e per avere accesso a nuovi mercati) per ora mostra dei costi immediati senza particolari benefici.

Nai prossimi 18 mesi, l’azienda di proprietà belga prevede di dover spendere circa 400.000 sterline nel Regno Unito per testare nuovamente i propri prodotti e renderli conformi al nuovo regime.

Si tratta di una storia sempre più comune: a tre anni dalla Brexit, mentre il governo festeggia l’uscita dal complesso regime normativo dell’UE, molte aziende si trovano a dover affrontare gli aspetti pratici di questa “divergenza” in modo costoso e confuso – e le associazioni imprenditoriali dicono che la situazione è destinata a peggiorare.

I problemi riguardano molti settori, dal marchio di commercializzazione CE (rimpiazzato da quello autoctono UKCA) alla base-dati europea REACH sui composti chimici, che il governo britannico vuole sostituire con una nazionale. Al di la dell’aspetto politico e commerciale, la divergenza ha portato anche dei ritardi: alcune sostanza messe al bando in UE sono ancora permesse nel Regno Unito.

Chloe Alexander, responsabile della campagna per le sostanze chimiche nel Regno Unito presso CHEM Trust, un’organizzazione benefica che mira a impedire che le sostanze chimiche di sintesi causino danni a lungo termine all’uomo e alla fauna selvatica, ha dichiarato: “Queste proposte dimostrano i difetti di un sistema autonomo che insiste nell’essere indipendente dal Reach dell’UE – che rende estremamente difficile ridurre al minimo i costi per l’industria senza lasciare i consumatori e l’ambiente meno protetti dalle sostanze chimiche nocive”.

La scommessa del governo è che una volta a regime, la nuova normativa riesca a garantire gli stessi livelli di sicurezza della controparte UE, ma con minori costi per le aziende.


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.