A cura di @Festina Lente.

Il Presidente della Repubblica Democratica del Congo (Congo–Kinshasa) Joseph Kabila Kabange subentrò al padre, Laurent-Désiré Kabila, pochi giorni dopo l’attentato che causò la morte di quest’ultimo, nel Gennaio 2001. Joseph Kabila fu eletto alla Presidenza nel 2006 e nel 2011 fu rieletto per un secondo mandato. Secondo la Costituzione della Repubblica Democratica del Congo, questo mandato sarebbe terminato a settembre del 2016 e non potrebbe candidarsi ad un terzo.

Kabila ha spiegato che, per quanto egli intenda rimanere fedele alla Costituzione, non gli è possibile dimettersi perché al momento le elezioni non si possono tenere per motivi tecnici. Fra questi, la necessità di fare un censimento del corpo elettorale e quella di recuperare i fondi necessari al completamento delle procedure, stimati dal Governo in 1.8 miliardi di dollari. Sull’argomento, è possibile leggere questo articolo della BBC.

Le spiegazioni tecniche non hanno interamente convinto le opposizioni. Ci sono state diverse proteste che sfortunatamente hanno portato ad alcune vittime, e l’opposizione ha cercato di recuperare parte del denaro necessario appellandosi anche a finanziamenti esteri. (Sull’argomento è possibile leggere un articolo del Financial Times, accessibile direttamente solo agli abbonati.) Il Presidente ha comunque ribadito che non saranno accettate interferenze straniere sul regolare svolgimento delle elezioni, come ricorda questo articolo della BBC.

A Dicembre 2017 sembrava essere stato raggiunto un accordo con le opposizioni per un percorso condiviso verso le urne (come riportava ad esempio la Reuters.) Sfortunatamente, questa speranza sembra tramontata, e mentre l’opposizione incita a manifestare, per mantenere l’Ordine il Governo si è visto costretto ad adottare misure di contenimento delle proteste. In particolare, gruppi di più di dieci persone verranno dispersi. Ce ne parla Bloomberg.