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Il DRAGO di BABILONIA: un DINOSAURO nella BIBBIA?

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Il biologo (e “cacciatore di mostri”) Lorenzo Rossi del canale Youtube CriptoZoo ci porta alla scoperta del mysterioso rilievo di un drago… dinosauro… qualcosa della porta di Ishtar a Babilonia.

Il Drago di Babilonia, come viene chiamato, è uno degli animali rappresentati sulle famose Porte di Ishtar, ed essendo posto tra due animali veri per quanto possenti e quasi mitologici come il leone e l’uro, chiaramente rappresenta una creatura reale di cui abbiamo perso le tracce. O forse no?

Secondo l’archeologo tedesco Robert Johann Koldewey, “riscopritore” della città, il terzo animale raffigurato sulle porte di Babilonia doveva necessariamente richiamare qualcosa di realmente esistito, così come il leone e l’uro cui si accompagnava.

L’uro, in particolare, fu al centro di un dibattito zoologico durato parecchio tempo: il nome in babilonese era Rimu, mentre in lingua ebraica era chiamato Reem. Ma nella versione dei 70 della Bibbia, la parola “Reem” fu tradotta con “Monocheros”, che diede origine alla traduzione “Unicornis” utilizzata nella versione latina redatta da San Girolamo nel V secolo.

Date queste premesse, non stupisce che il dibattito intorno all’esistenza del terzo animale fosse particolarmente sentito…

Il terzo animale, il cui nome era Mushussu, era sacro al dio Marduk, protettore di Babilonia; questo era un animale composito, fatto cioè di parti di altri animali: la coda di scorpione, il collo e la testa di serpente, con anche due corna sulla cima, le zampe posteriori con artigli da aquila e quelle anteriori da leone. Evidentemente un animale inventato, dunque. Ma nella sua opera su Babilonia, pubblicata nel 1913, pur riconoscendo che dovevano esserci necessariamente degli aspetti mitici nella sua raffigurazione, Koldewey si disse convinto che il terzo animale doveva essere un dinosauro.

Si era infatti appena conclusa una importante campagna in Tanzania cominciata 4 anni prima che aveva portato alla luce incredibili resti di giganteschi sauropodi, inizialmente considerati dei brachiosauri e in seguito ascritti al genere dal nome delirante di Giraffa Titan. Giraffa titanica.

Le ipotesi di Koldewey nell’immediato non ebbero successo, ma non restarono lettera morta. Nel 1941, infatti, il divulgatore scientifico e scrittore Willy Ley, nel suo libro dal titolo “Dall’unicorno al mostro di Lochness” riprese l’idea di Koldewey, suggerendo però che l’animale raffigurato sulle porte di Ishtar fosse nientemeno che il Mokele Mbembe, creatura mitologica delle popolazioni africane di etnia Bantu.


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