A cura di @Anonimo.
Un articolo su eldiario.es pubblica un documento inviato dal direttore generale della marina mercantile spagnola alla Ong Open Arms. In esso si sottolinea come non sia possibile organizzare operazioni di ricerca e salvataggio senza conformarsi alle indicazioni delle autorità responsabili della zona in cui si naviga (zona SAR). In caso di infrazioni “contro la sicurezza marittima o l’ordine del traffico marittimo” si può incorrere in multe da 300.000 a 901.000 euro, fino ad arrivare alla sospensione delle qualifiche per il capitano responsabile dell’imbarcazione.
Para Ricardo Gatti, jefe de la misión, los seis puntos que enumera la misiva “expresan la posición oficial del Gobierno español”. El miembro de Open Arms lee un mensaje entre líneas en las advertencias gubernamentales: “Ni te atrevas a tocar el tema migratorio. El tema migratorio es un conflicto que les da mucho miedo porque no saben cómo enfrentarlo, y temen a la derecha”, asegura Gatti.
L’argomento è poi ampliato dall’intervista a Óscar Camps, presidente di Proactiva, attualmente a bordo di Open Arms.
El barco de rescate Open Arms, de la ONG catalana Proactiva, ha vuelto al agua tras seis meses en dique seco. El parón no fue voluntario: un cambio de criterio del Gobierno de España prohibió a las ONG de rescate zarpar en búsqueda de embarcaciones de inmigrantes en riesgo, lo que deja a estas personas sin aliados en el Mediterráneo después de que países como Italia les mantengan cerrados sus puertos. “España ahora argumenta que como los puertos de Italia y Malta están cerrados, no sería seguro ir hasta España con personas rescatadas”
Alcuni estratti tradotti recitano:
“Per quanto incredibile possa apparire, il Governo sta dicendo che è meglio che la gente affoghi piuttosto che stia a bordo dell’Open Arms […] Crede davvero che la Spagna sia più repressiva dell’Italia di Salvini? Certamente. In Italia c’è la separazione dei poteri, lo abbiamo visto nel caso di Carola Rackete, la capitana della Sea Watch, che ha abbattuto un decreto del ministro dell’Interno. Vedremmo tutti cosa accadrebbe se in Spagna succedesse la stessa cosa. Per me è chiaro che preferirei essere fermato da Salvini piuttosto che da Pedro Sánchez, considerando le conseguenze economiche e giuridiche.”
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