Il quotidiano Domani ha ricostruito le fortune imprenditoriali di Salvatore Palella, imprenditore 34enne originario di Acireale che ha portato la sua azienda, Helbiz, alla quotazione alla borsa del Nasdaq. Helbiz è un’azienda nata nel 2015 e attiva nel settore della micromobilità condivisa, nota per i monopattini elettrici che è possibile affittare nelle principali città italiane. La quotazione al Nasdaq è avvenuta lo scorso 13 agosto, col classico rito della campanella. Da allora, però, le cose non sono andate bene.
Il meccanismo delle Spac utilizzato da Palella è di gran moda a Wall Street e prevede la creazione di “scatole finanziarie” quotate che raccolgono fondi da investitori; tali scatole, come Greenvision, cercano società alla ricerca di una scorciatoia verso la Borsa. Quando il matrimonio va in porto, le aziende come Helbiz guadagnano la quotazione e i capitali portati dagli investitori, mentre chi ha investito rivende i titoli, se va bene, con una plusvalenza.
Se Helbiz non è finita sott’acqua già il primo giorno è grazie a un’iniezione di fondi da parte di un gruppo di investitori privati, detta Pipe (private investment in public equity). Ma anche qui le cose non sono andate come sperato: dalla Pipe dovevano arrivare «almeno 30 milioni di dollari». Ne sono arrivati solo 21,5, al netto della restituzione di un precedente prestito.
Non è l’unico dei problemi di Palella: nel 2018 il lancio di HelbizCoin, una cryptomoneta legata a Helbiz, è naufragato poco dopo il debutto alla borsa di Singapore: valore azzerato e causa per danni da parte degli acquirenti. Ciononostante, l’imprenditore sembra godere del favore dei media
Interviste e articoli elogiativi su Palella sono stati pieni per anni di dati biografici ed eventi a volte falsi, ma quasi sempre raccontati dal giornalista e non direttamente da Palella. Il Sole 24 Ore scrisse per esempio che «Palella a 19 anni ha fondato la sua prima società Witamine, venduta 5 anni dopo per 50 milioni di dollari».
In realtà la società Witamine ha portato i libri in tribunale nel 2012, dopo un sequestro – poi revocato – del tribunale di Milano per il coinvolgimento in operazioni antimafia condotte dalla Dia.
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