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Il grande bluff di Palella

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Il quotidiano Domani ha ricostruito le fortune imprenditoriali di Salvatore Palella, imprenditore 34enne originario di Acireale che ha portato la sua azienda, Helbiz, alla quotazione alla borsa del Nasdaq. Helbiz è un’azienda nata nel 2015 e attiva nel settore della micromobilità condivisa, nota per i monopattini elettrici che è possibile affittare nelle principali città italiane. La quotazione al Nasdaq è avvenuta lo scorso 13 agosto, col classico rito della campanella. Da allora, però, le cose non sono andate bene.

Il meccanismo delle Spac utilizzato da Palella è di gran moda a Wall Street e prevede la creazione di “scatole finanziarie” quotate che raccolgono fondi da investitori; tali scatole, come Greenvision, cercano società alla ricerca di una scorciatoia verso la Borsa. Quando il matrimonio va in porto, le aziende come Helbiz guadagnano la quotazione e i capitali portati dagli investitori, mentre chi ha investito rivende i titoli, se va bene, con una plusvalenza.

Nel caso della società di Palella, però, su un totale di 59 milioni di dollari di capitale inizialmente sottoscritto dai soci Greenvision, oltre il 94 per cento ha esercitato il diritto di recesso e si è fatto rimborsare le quote prima della fusione. Invece dei 50 milioni di dollari previsti, Helbiz ha così raccolto poco più di tre milioni, che non basterebbero neppure a coprire i 6,5 milioni di costi della quotazione.

Se Helbiz non è finita sott’acqua già il primo giorno è grazie a un’iniezione di fondi da parte di un gruppo di investitori privati, detta Pipe (private investment in public equity). Ma anche qui le cose non sono andate come sperato: dalla Pipe dovevano arrivare «almeno 30 milioni di dollari». Ne sono arrivati solo 21,5, al netto della restituzione di un precedente prestito.

Non è l’unico dei problemi di Palella: nel 2018 il lancio di HelbizCoin, una cryptomoneta legata a Helbiz, è naufragato poco dopo il debutto alla borsa di Singapore: valore azzerato e causa per danni da parte degli acquirenti. Ciononostante, l’imprenditore sembra godere del favore dei media

Interviste e articoli elogiativi su Palella sono stati pieni per anni di dati biografici ed eventi a volte falsi, ma quasi sempre raccontati dal giornalista e non direttamente da Palella. Il Sole 24 Ore scrisse per esempio che «Palella a 19 anni ha fondato la sua prima società Witamine, venduta 5 anni dopo per 50 milioni di dollari».

In realtà la società Witamine ha portato i libri in tribunale nel 2012, dopo un sequestro – poi revocato – del tribunale di Milano per il coinvolgimento in operazioni antimafia condotte dalla Dia.


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