Su suggerimento di @i.c.e.
È di ieri la notizia dell’avanzamento curdo a Tall Abyad. Qui un lungo articolo di George Friedman (Stratfor) sulla storia del Medio Oriente dalla caduta dell’Unione Sovietica ad oggi.
Breve riassunto: il Cremlino era l’ispiratore e lo sponsor principale dei regimi secolari socialisti dell’area e il collasso dell’URSS ha portato al declino della loro ideologia, lasciando spazio all’Islam come unica alternativa. La vittoria in Afghanistan dei mujahideen e il desiderio di riacquistare la leadership radicale all’epoca detenuta dall’Iran sciita hanno portato alla creazione di un’ideologia pan-islamica sunnita transnazionale con l’obiettivo di abbattere sia i regimi secolari che le teocrazie del Golfo.Al Qaeda fu la prima incarnazione di questa filosofia e l’11/9 il tentativo di realizzarla trascinando gli USA in una guerra che portasse alla sollevazione delle masse arabe e all’instaurazione del Califfato. Gli USA furono in grado di degradare pesantemente Al Qaeda ma non riuscirono a gestire i settarismi e a pacificare l’area, consentendo quindi allo Stato Islamico di occupare il vuoto di potere e di riuscire laddove Al Qaeda aveva fallito 15 anni prima.
Da qui l’analisi di Friedman che costituisce il nucleo dell’articolo, con il cambiamento della strategia USA, il suo disimpegno dall’area, e il ruolo delle potenze regionali che circondano il Daesh: l’Iran che teme un nuovo nemico alle porte dopo Saddam Hussein, Israele che beneficia della guerra civile in Siria ma che teme il successo islamista, l’Arabia Saudita che vede nello Stato Islamico una minaccia esistenziale alla legittimità della sua leadership wahabita, e infine la Turchia, il cui ruolo in Siria è tutt’altro che facilmente comprensibile.
Immagine CC BY-SA 3.0 di Erwin Lux da Wikimedia Commons
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