In un articolo pubblicato su Doppiozero, Marco Viscardi critica l’ideologia del merito.
L’introduzione del ‘merito’ accanto all’istruzione nel nome di un ministero che da decenni ha perso quel bellissimo aggettivo che era pubblica è una cosa che mi spaventa perché la scuola democratica dovrebbe essere il contrario del merito. Merito è una parola bastarda: non ci si può fidare. Riferito alla scuola, fa pensare all’oleografia del libro Cuore, a Sardi, a Garrone. A masse di poverelli che, nelle soffitte, sporchi di polvere e calcina, alla fiochissima luce di fioche candele, passavano le sere su quaderni logori a riscrivere sempre le stesse lettere, a migliorarsi, a trovarsi un posto in società. A diventare qualcuno attraverso il merito.
Ma il libro Cuore, che a suo modo è un capolavoro, è il libro borghese per la nuova Italia: il grande dispositivo tranquillizzante che presenta ad un pubblico di maestri e impiegati, bottegai e professionisti, una nazione mite e unita dove l’armonia delle classi sociali rende impensabile il conflitto.
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