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Il nuovo Museo Botanico dell’Università di Padova

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Ha aperto al pubblico a Padova, il 13 febbraio 2023, un nuovo spazio espositivo che illustra la storia dell’Orto Botanico, delle sue piante e di chi le ha raccolte: è il Museo dell’Orto Botanico dell’Università di Padova. Il Museo Botanico è stato inaugurato in occasione dell’apertura dell’801° anno accademico e racconta le vicende dell’Orto Botanico dal 1545 fino ai giorni nostri, con l’antico erbario composto da 800.000 esemplari e le copie di preziosi libri e manoscritti.
Il museo si articola su una  superficie di 500 metri quadrati, nei quali la curatrice Elena Canadelli ha voluto raccontare la storia della botanica e la sua relazione stretta con la medicina. In un edificio settecentesco è oggi possibile conoscere la storia dell’Orto Botanico e delle sue piante attraverso i secoli.  

L’Orto rinascimentale e il Giardino della biodiversità sono completati da un nuovo nucleo espositivo che presenta una significativa selezione del patrimonio storico dell’Università di Padova, finora destinato principalmente a ricerca e didattica e non visibile al grande pubblico. Tra botanica e medicina, chi visita il Museo può scoprire la storia dell’Orto, delle sue piante e di chi le ha raccolte, in un viaggio attraverso i secoli che inizia dalla sua fondazione, quando vi si coltivavano e studiavano le piante medicinali, e arriva fino al Novecento.

Sono esposti reperti delle collezioni botaniche risalenti prevalentemente all’Ottocento e al primo Novecento, tra cui spicca l’erbario storico – uno straordinario archivio della biodiversità vegetale con circa 800.000 esemplari tra piante, alghe, funghi e licheni essiccati – e che conta anche 16.000 provette consemi di specie alimentari, medicinali e ornamentali, le tavole didattiche ottocentesche, modelli di funghi e sezioni di legni esposti nella sala A lezione di botanica. Ad aprire la Galleria degli erbari l’Erbario assoluto, opera di fuse*, che reinterpreta le illustrazioni botaniche e gli erbari storici dell’Orto di Padova alla ricerca dell’essenza della pianta e delle sue metamorfosi.

Così viene presentato il nuovo museo e il restaurato Teatro botanico sul sito dell’Università di Padova.

Negli spazi del Teatro botanico recentemente restaurato si può assistere alla proiezione del film Goethe. La vita delle foglie, scritto e diretto da Denis Brotto, dove si racconta l’ideale ritorno a Padova nel 2023, del grande artista tedesco, interpretato da Giulio Casale.

Altre informazioni e dettagli sono disponibili sul sito Scientificult:

Si tratta di collezioni botaniche risalenti prevalentemente all’Ottocento e al primo Novecento, tra cui spicca l’erbario storico – uno straordinario archivio della biodiversità vegetale con circa 800.000 esemplari di piante, alghe, funghi e licheni essiccati – 16.000 provette con semi di specie alimentari, medicinali e ornamentali, le tavole didattiche ottocentesche, modelli di funghi e sezioni di legni. Il percorso, che si sviluppa su una superficie di 500 metri quadrati ed è stato curato dalla responsabile scientifica Elena Canadelli, parte letteralmente dalle radici dell’Orto ovvero da uno dei suoi più antichi esemplari arborei, il tronco di agnocasto (detto anche “Pepe dei monaci”) risalente alla metà del Cinquecento, per concludersi con il preziosissimo patrimonio di volumi che hanno fatto la storia della botanica e della medicina (come le prime edizioni delle opere di Vesalio, Mattioli, Berengario da Carpi e Alpini). Nell’insieme, gli spazi del Museo botanico, dell’erbario e della biblioteca rappresentano da ora non solo un importante polo di conservazione, ma anche di studio e valorizzazione pubblica delle collezioni museali, archivistiche e librarie dell’Università di Padova, che arricchiscono ulteriormente un sito Unesco unico al mondo.

Il Museo botanico ha sede in quella che fino a metà Novecento era la casa in cui abitava il Prefetto dell’Orto di Padova. Questo edificio d’impianto settecentesco ha ospitato nel tempo studenti, studentesse e docenti dell’Università di Padova in serre, aule e laboratori che oggi aprono per la prima volta le loro porte agli oltre 200.000 visitatori annui dell’Orto botanico.

 


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