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Il popolo delle partite Iva in fuga dall’Inps

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Su suggerimento di @Pere Ubu.

Il 21 gennaio l’Acta organizza un workshop informativo per i lavoratori autonomi sulla gestione separata dei contributi dall’Inps. Una questione che interessa tutti quelli che hanno una partita Iva e che in questi anni hanno visto aumentare le ritenute e rimanere indifferenziati i benefici e le protezioni assicurative.

Ma i motivi di protesta sul fronte previdenziale non si esauriscono qui. Si deve sapere infatti che la quota dedicata all’assistenza (maternità, congedi parentali, malattia) è una piccola parte dei contributi, quello 0,72% che resta fisso. Ebbene, uno studio di Acta  ha messo in evidenza che viene restituito in prestazioni solo la metà di quanto versato dai contribuenti, mentre – come nota la presidente dell’associazione di freelance – “se si utilizzasse per intero, potremmo avere la copertura per le malattie serie e lunghe, o per i congedi parentali degli uomini, che nella nostra categoria, non si sa perché, non sono previsti”. E il nodo malattia non è certo secondario: da tempo è nota la storia di Daniela Fregosi, lavoratrice autonoma ammalata di tumore, che ha voluto denunciare pubblicamente il proprio caso, spiegando che su questo piano le partite Iva sono del tutto scoperte.

L’articolo di L’Espresso spiega quali sono i problemi e quali le proposte sul tavolo da parte di Acta.

 

Immagine da pixabay


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