Su suggerimento di @Yoghi.
La Stampa ci porta in viaggio sul Frecciarossa che da Napoli arriva a Torino: il voto visto dai viaggiatori pendolari e non.
Chiudere gli occhi come in un sogno. E concentrarsi sulle frasi che si possono ascoltare a bordo della carrozza 11 del Frecciarossa 9620, che risale l’Italia a metà del pomeriggio. «Se c’è budget, allora riusciamo a recuperare». «Facciamo pressing». «Esatto esatto esatto». «Fai due righe riassuntive». «Portatori di premialità…». «Sì, laddove ci sono le risorse». «Sai qual è la verità? Aspettano a fare qualunque mossa. È brutto da dire, ma sono dei bastardi. Non le affidano la responsabilità dell’area perché hanno paura che fra qualche mese vada in maternità». Conversazioni telefoniche ad alta voce. Messaggi pubblicitari: «Con la carta itinere e le Frecce…». Il capotreno sta parlando al telefono con la polizia: «Segnalo che a Bologna ho fatto scendere un abusivo, è un ragazzo con il cappello da baseball rosso, era sprovvisto di biglietto». Sfilano i capannoni dell’Emilia Romagna, salumifici, strade, pianura. Prossima fermata, Milano Centrale.
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