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Immigrazione: un commento sulla sentenza della CGUE

Immigrazione: un commento sulla sentenza della CGUE

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Su Open, un’intervento sulle parole della professoressa Lucia Serena Rossi a tema rimpatri dei richiedenti asilo.

Rossi ha particolari competenze al riguardo, in quanto essa stessa ha fatto parte come giudice della Corte di giustizia dell’Unione Europea. Comunicando un certo sconforto per il dibattito interno italiano («Mi sembra che questa sentenza in Italia non l’abbia capita proprio nessuno»), prova a fornire una “interpretazione autentica” della sentenza:

In sostanza: non è l’Europa ad indicare la lista dei paesi sicuri in cui rimpatriare i migranti, ma ogni singola nazione che la compone. Quindi nel caso italiano è la legislazione italiana. La Corte di giustizia europea chiede in quelle liste che possono essere diverse per esempio in Francia, Germania e Italia, di considerare ogni parte del territorio per definire “sicuro” un paese dove rimpatriare il migrante. E chiede anche ai singoli paesi di aggiornare periodicamente quelle liste, perché la situazione potrebbe cambiare negli anni (magari dopo colpi di Stato o eventi particolari che non mancano certo, ad esempio, nella storia delle nazioni africane). Ma è il governo italiano, e non un organismo europeo (né la commissione né la Corte di Giustizia) a definire quella lista di paesi sicuri. Quel che è avvenuto in modo aggiornato proprio con il decreto-legge del governo Meloni successivo alle sentenze del tribunale di Roma.

EU Law Analysis ha un’articolo dettagliato e un commento per chi volesse approfondire nel dettaglio antefatto e impatto della decisioni della CGUE.


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