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Iosonouncane, il nuovo album IRA

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E’ uscito a maggio l’ultimo lavoro di Jacopo Incani, in arte IOSONONUNCANE, intitolato “IRA”. Era uno dei dischi più attesi dell’anno e non sta deludendo le aspettative. Nonostante l’apparenza radicale della musica contenuta il disco sta avendo un ottimo riscontro di pubblico, italiano e internazionale.

A sei anni di distanza dal fortunato “DIE”, il nuovo album ha in copertina la fotografia di un uomo nudo, dura un’ora e quarantanove minuti e comprende 17 brani.

IOSONOUNCANE lo descrive così su Internazionale:

“IRA” è un disco corale di un uomo che rinuncia alla propria voce per abbracciare quella di una moltitudine che attraversa terre e mari. [È un disco scritto in] una lingua momentanea, della necessità, fatta di errori e di un lessico occasionale, sradicato e confuso. È un obiettivo che non mi sono posto a priori. Così com’era già accaduto per “DIE” è stato il suono che emergeva dalle prime melodie a indirizzarmi nel lavoro sul linguaggio. È stata ancora una volta la spinta istintiva del canto. La voce per me è suono, strumento fra gli strumenti.

I testi sono infatti una commistione di arabo, spagnolo, inglese e francese. “IRA” non è stato anticipato da un singolo, bensì dal cortometraggio “CARAVAN, diretto dal duo di registi Alberto Gottardo e Francesca Sironi, che hanno documentato la lavorazione del disco, e pubblicato sulla piattaforma Nexo+.

Sono disponibili molte recensioni e interviste su questo doppio album di Jacopo Incani, ne proponiamo tre per un approfondimento:

Rollingstone:

“IRA” è un’opera scritta per sette musicisti, oltre all’autore ci sono Mariagiulia Degli Amori, Serena Locci, Simona Norato, Simone Cavina, Francesco Bolognini e Amedeo Perri, che vanno a comporre anche un’unica voce finale, una voce a sette teste e molte lingue che racconta una storia di molti.

Rockit:

Uno schiaffo in faccia alla modernità per un album che rifiuta anche la nostalgia.

Vice:

IRA, il nuovo disco di Iosonouncane uscito venerdì dopo una lunghissima attesa, può lasciare disorientati. Esonda, è incontenibile, è in grado di rompere ogni rassicurante argine dato da categorie e definizioni. Siamo lontanissimi dalla cruda ironia dell’esordio di oltre un decennio fa La macarena su Roma, ma ci troviamo in territori molto diversi anche rispetto a Die, uno dei dischi più sorprendenti usciti negli ultimi anni, in grado di mettere insieme riferimenti alla musica d’autore italiana e sperimentazione senza limiti.

Immagine da Pixabay


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