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Isis, dietro la lotta fra sciiti e sunniti

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Su suggerimento di @pakokanellos.

 

Abbiamo già postato vari articoli che raccontano della lotta dell’Isis come una lotta di “sovranità nazionale” (cioè le radici baathiste, la presenza di quasi solo iracheni ai vertici del gruppo terrorista). Questo articolo parla appunto della questione di sovranità nazionale degli Stati arabi in lotta contro l’Isis: prima di tutto l’Arabia Saudita, ma anche la questione curda.

Nessuna delle grandi potenze regionali è in condizioni di aver la meglio e di unificare la regione sotto un unico centro di potere. Di creare cioè un “grande Stato arabo”, come quello promesso da Londra agli insorti anti-ottomani nel primo conflitto mondiale. Lo “sbriciolamento” degli Stati è facilitato dalla tecnologia militare attuale che consente a piccoli gruppi o a individui singoli di dotarsi di una grande potenza distruttiva.
Non scompariranno l’Islam politico né il radicalismo base del terrorismo di matrice islamica. L’“ideologia teologica” dell’ISIS è alla base dell’attrazione che esercita sui giovani musulmani. Essa non scomparirà, anche se i suoi attuali sostenitori fossero eliminati. Non è da escludere che all’ISIS succeda un nuovo movimento radicale, in modo simile a quello con cui esso è stato originato da al-Qaeda.

 

Immagine “Kaaba mirror edit jj” by Muhammad Mahdi Karim (www.micro2macro.net) Facebook Youtube; edited by jjron – Own work. Licensed under GFDL 1.2 via Wikimedia Commons


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