A cura di @NedCuttle21(Ulm).
Rivista Studio pubblica un’intervista a Jim Al-Khalili, fisico e divulgatore inglese di fama internazionale autore del thriller fantascientifico Sunfall, pubblicato lo scorso giugno dalla casa editrice Bollati Boringhieri.
Non solo nel 2019 abbiamo celebrato i 50 anni dei primi passi dell’uomo sulla Luna, ma già nel 2022 avremo modo di festeggiare pure gli ultimi: sono dodici gli esseri umani che hanno messo piede sul nostro unico satellite, e lo hanno fatto tutti tra il 1969 e il 1972. Abbiamo iniziato e finito così velocemente di visitare altri corpi celesti per molte buone ragioni. Innanzitutto, sono spedizioni che comportano spese – è il caso di dirlo – esorbitanti; inoltre l’automazione ha sostituito l’uomo anche in questo campo, come dimostrano le missioni su Marte degli ultimi 25 anni.
Soprattutto, abbiamo scoperto che lo spazio è un luogo terribilmente inospitale, del tutto inadatto a fare da scenario ai sogni e alle ambizioni che l’umanità cullava durante l’era spaziale. Nessuna colonia o astronave erano nel nostro immediato futuro. L’evoluzione che porta dalle incredibili avventure di Guerre Stellari (George Lucas, 1977), all’incubo di Alien (Ridley Scott, 1989), fino all’esasperante ostilità della semplice orbita terrestre in Gravity (Alfonso Cuarón, 2013) è un po’ lo specchio di una presa di coscienza. Nello spazio fa freddissimo, non c’è aria, abbondano raggi cosmici letali; sulla Terra abbiamo per fortuna un’atmosfera e una magnetosfera che ci proteggono, niente di più.
Del romanzo di Al-Khalili parla anche un articolo pubblicato su Il Libraio.
Fabiola Gianotti è uno di quei nomi che incutono rispetto. Direttrice generale del CERN di Ginevra, è lei che ha comunicato in mondovisione la scoperta del bosone di Higgs, uno dei successi più eclatanti della fisica dell’ultimo secolo. Poco dopo, ha avuto la copertina del Time, una cosa che non succede spesso agli scienziati, figuriamoci agli scienziati italiani.È quindi una deliziosa sorpresa ritrovare il suo nome tra le pagine di un romanzo inglese, constatare così che Fabiola Gianotti fa già parte dell’immaginario, è diventata un’icona internazionale.
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