Su suggerimento di @Woody Allen.
La vicenda che ha per protagonista Kim Davis, l’impiegata della Contea di Rowan in Kentucky che si è rifiutata per motivi religiosi di concedere le licenze per i matrimoni tra persone dello stesso sesso, solleva questioni interessanti circa il rapporto tra libertà, diritto e religione. In questo articolo Geoffrey R. Stone, docente all’Università di Chicago, riflette sulle implicazioni giurdiche e morali del rifiuto della Davis. Secondo Stone, il gesto della Davis – finita in prigione con l’accusa di oltraggio alla Corte per non aver applicato la legge (la storica sentenza della Suprema Corte che estende a tutti il diritto di sposarsi a prescindere dal sesso) – è l’equivalente morale dell’operatore all’ascensore di un edificio governativo che, per motivi religiosi si rifiutasse di farvi accedere gay e lesbiche, nonostante questo sia l’unico presente nell’edificio: «Questo, molto semplicemente, non si può fare».
Immagine CC BY 2.0 di David Goehring da flickr
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.