A cura di @NedCuttle21(Ulm).
Sul Corriere della Sera, un articolo di Greta Sclaunich parla del monologo interpretato sul palco dell’Ariston da Pierfrancesco Favino, un brano sul tema dell’esclusione tratto da “La notte poco prima della foresta” di Bernard-Marie Koltès. La Stampa pubblica un pezzo di Leonardo Martinelli sul drammaturgo francese, morto di Aids a soli 41 anni.
[…] Strano destino quello di Koltès: una vita trascorsa a viaggiare, per scoprire e fuggire. Ad arrangiarsi (aveva sempre problemi di soldi, così da ricorrere talvolta anche ad attività illecite per sopravvivere) e a tormentarsi (l’omosessualità da «spiegare», anche nelle sue lettere, alla propria famiglia, cattolica e tradizionalista, e i periodi di dipendenza dalla droga), fino a quegli ultimi anni, dove Chéreau lo mise in scena nel suo mitico teatro degli Amandiers, a Nanterre, alla periferia di Parigi. Ma il vero (enorme) successo è arrivato dopo la sua scomparsa: Koltès è diventato uno di drammaturghi francesi più rappresentati nel mondo, tradotto in più di trenta lingue, italiano compreso.
Immagine da Wikimedia Commons.
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