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La bocca dell’inferno

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

Un articolo pubblicato su Il Tascabile ripercorre le tappe della breve amicizia tra il poeta Fernando Pessoa e l’eccentrico esoterista britannico Aleister Crowley, culminata nella teatrale messinscena del suicidio di quest’ultimo, per amore, a La Boca do Inferno, una particolare scogliera nei pressi della città portoghese di Cascais.

Comincia tutto con un biglietto. Poche righe racchiuse in una busta non sigillata tenuta ferma da un portasigarette vuoto decorato con motivi egizi. “Non posso vivere senza di te. ‘L’altra Bocca dell’Inferno’ mi prenderà. Non sarà tanto ardente quanto la tua!”.

Siamo a Cascais, una piccola città costiera a ovest di Lisbona. È la sera del 25 settembre 1930. Lettera e portasigarette si trovano sul ciglio di una profonda crepa tra quella porzione di scogli della costa che i locali chiamano Boca do Inferno, Bocca dell’Inferno. Una specie di cerchio nero scavato tra le rocce corrose che porta a un angusto accesso al mare: le onde gli si riversano all’interno con la forza della burrasca, il suono del loro infrangersi è simile a un lamento. È un luogo di grande fascino naturalistico, ma dalla fama sinistra: cadere dal ciglio del cerchio nero significa morire. L’impeto delle acque è tale da vincere la resistenza di qualsivoglia nuotatore; nessun corpo precipitato da lì è mai stato ritrovato. Il teatro ideale di molti suicidi.

Immagine da Wikimedia.


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