Come ampiamente previsto Boris Johnson ha conquistato la guida del Partito Conservatore e, con essa, come da prassi, quel bell’appartamento pieno di moquette grigia e mobili ottocenteschi al numero 10 di Downing Street. La scalata di BoJo non è iniziata l’altro ieri e sarebbe un errore identificarla solo con la battaglia a favore della Brexit durante il referendum del 2016. L’ex giornalista, deputato, sindaco di Londra e ministro degli esteri è arrivato alla guida del governo grazie a una buona dose di spregiudicatezza, un gusto ossessivo per la battuta sagace e, soprattutto, intuendo con molto anticipo rispetto ai suoi colleghi di partito che la “rivolta” dell’entroterra britannico contro l’Unione Europea era una prateria del consenso ancora tutta da arare.
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