Adria R Walker su The Guardian riporta la notizia della sentenza della Corte Suprema dello stato dell’Alabama riguardo allo status giuridico degli embrioni umani ottenuti durante le procedure di fecondazione in vitro (IVF).
Il caso esaminato dalla corte era quello in cui una paziente che si è introdotta (senza autorizzazione) nella sezione della clinica dove gli embrioni sono immagazzinati. La donna ha aperto il freezer e lasciato cadere a terra i contenitori di altri embrioni, causandone la “morte”. I genitori degli embrioni avevano fatto causa alla clinica per omicidio colposo, e dopo una prima sentenza di non luogo a procedere il caso era arrivato alla corte suprema, che invece ha sentenziato che i ricorrenti avevano ragione, in quanto la legge dello stato non prevede eccezioni per il reato di omicidio colposo di un minore, sia esso dentro o fuori dell’utero.
the Wrongful Death of a Minor Act applies to all unborn children, regardless of their location.
A questa interpretazione giuridica della legge il presidente della corte ha poi aggiunto una interpretazione politica:
Human life cannot be wrongfully destroyed without incurring the wrath of a holy God, who views the destruction of His image as an affront to Himself … this is true of unborn human life no less than it is of all other human life – that even before birth, all human beings bear the image of God, and their lives cannot be destroyed without effacing his glory.
Dopo questa sentenza, gli esponenti della maggioranza hanno promesso di intervenire con un emendamento che chiarisca che
“a human egg that is fertilized in vitro shall be considered a potential life,” but should not be legally considered a human life until it is implanted in a uterus.
Nel frattempo, le locali cliniche della fertilità hanno deciso di non proporre più nuovi trattamenti di IVF.
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