Su suggerimento di @Ander Elessedil
Un reportage dall’Egitto del New York Times racconta della crisi dello zucchero nel paese, uno dei vari alimenti forniti alla popolazione per mezzo di sussidi e onnipresente all’interno della dieta degli abitanti.
Stretto fra una forte crisi economica, una valuta che si deprezza ogni settimana, riserve di moneta sempre più sottili, un’inflazione in crescita e una turbolenta relazione con il principale finanziatore dal 2014, l’Arabia Saudita, il governo di Al-Sisi ha preso l’impopolare decisione di tagliare i diffusissimi sussidi che il governo garantisce alla popolazione sotto forma di beni a prezzo calmierato. Il bene più colpito, al momento, è lo zucchero, indispensabile per alcune ricette popolari e molto usato dalla popolazione. Da settimane è ormai introvabile se non al mercato nero, a prezzi astronomici. I piccoli bazar che forniscono i beni sussidiati sono presi d’assalto spesso inutilmente da una popolazione sempre più frustrata.
La crisi dello zucchero è la spia della gravissima crisi che sta attraversando la terra dei faraoni. Anche altri beni sussidiati sono diventati cari o spariscono dagli scaffali, come il combustibile per cucinare, il latte in polvere, la pillola anticoncezionale, il riso. E altri beni sovvenzionati sono il grano per il pane, l’acqua, l’elettricità.
I tagli di Al-Sisi sono pari al 15% circa del budget annuale allocato per i sussidi e hanno provocato una diffusa rabbia. Il governo ha preso alcune misure per arginare lo scontento, più che altro repressive o propagandistiche. Il timore è che si ripetano i disordini avvenuti nel 1977, quando a seguito della decisione di Anwar al-Sadat di tagliare i sussidi ci fu una rivolta per il pane. Quella del 1977 è stata l’unica volta, prima dell’odierna, in cui il governo ha cercato di intervenire sul sistema di sussidi. Per Amro Ali, professore di sociologia all’università de Il Cairo, toccare i sussidi in Egitto equivale a toccare la kryptonite.
Qualcuno trova anche il lato positivo nella situazione. La popolazione egiziana è fra quelle più colpite dal diabete e l’elevato consumo di zucchero è considerato una delle maggiori cause. Un politico liberale, Mohammed Nosseir, ha scritto un articolo in cui rileva come la riduzione nella fornitura di zucchero alla popolazione, stimata all’80%, sia grosso modo quanto si consiglia agli egiziani di ridurre il consumo.
Non molti cittadini ascoltano però queste cose. Per loro manca un elemento fondamentale della loro vita in un momento di difficoltà economica lacerante. In un video diffuso online un uomo si è dato fuoco gridando che lo faceva perché non riusciva a sfamarsi. E’ la prima pubblica auto immolazione dal 2011, dalla Primavera Araba che spodestò Hosni Mubarak.
Immagine di Kurtis Garbutt via Flickr, CC BY 2.0
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