Un articolo su Atlantico Quotidiano di Stefano Magni parla della proposta avanzata da Silvio Berlusconi di fondare un partito unico di centrodestra e quali potrebbero essere le conseguenze di questa operazione:
In un Paese in cui tutti i partiti hanno fatto e disfatto alleanze con tutti gli altri e dove circa la metà degli elettori non vota più, sta avanzando una nuova creatura politica: la fusione fredda fra Lega e Forza Italia. Prima se ne parlava come ipotesi, poi come retroscena, da due giorni dovrebbe avere anche una data di nascita prevista, il 2023. Arriverà in tempo per le prossime elezioni, dunque, ma senza fretta. Sempre che arrivi, perché in due anni, con i tempi dettati dalla politica dei social network, può cambiare di nuovo tutto.
Magni illustra i punti di convergenza e le differenze tra i due partiti. Se è vero che «[l]a Lega ha i numeri, ma non le entrature, Forza Italia è il contrario», questo non basta: come può — si chiede Magni — un elettore berlusconiano della prima ora (la «rivoluzione liberale») votare lo stesso partito dove hanno casa Alberto Bagnai e Claudio Borghi?
Gli auspici sembrano ancor più foschi di un’altro tentativo di fusione nella politica italiana, quello di Forza Italia e Alleanza Nazionale nel «Popolo delle Libertà». Anzi a ben vedere peggiori, visto che sia Forza Italia che la Lega hanno perso molti tratti caratterizzanti per strada. Per Magni c’è bisogno di poche idee, ma chiare:
Servirebbe un lavoro serio di convergenza sui programmi e sulle idee, di due soggetti politici che hanno fatto, nel bene e nel male, la storia d’Italia degli ultimi 26 anni. Giusto per fare due esempi: la Lega potrebbe riprendere seriamente in considerazione le idee di Gianfranco Miglio, che includono anche la rivolta contro il fisco predatore centralista. Dall’altra parte, Forza Italia dovrebbe riprendere seriamente in considerazione il programma di rivoluzione liberale del 1994, che include anche il federalismo fiscale.
Immagine: Wikimedia Commons, Il Presidente della Camera dei Deputati Irene Pivetti riceve Silvio Berlusconi Presidente del Consiglio dei Ministri.
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