In un articolo sul Foglio, Ginevra Leganza parte da alcuni episodi di attualità per una critica a strascico delle nuove generazioni, e della presunta incapacità di queste di godersi la vita.
L’assenza di vizi produce zombi. Massima valida sempre, un po’ per tutti. Validissima oggi per i nati fra i Novanta e gli Zero. Per i ventenni non più vampiri ma zombi, appunto, che non aspirano più il nettare della vita. A una cert’ora di questi anni, per dire, è accaduto che fumo e alcol venissero a noia e – peggio mi sento – che si ci si stufasse dell’amore. È il quadro che viene fuori dalla ricerca di Social Science & Medicine sull’evoluzione dei costumi giovanili nei paesi a più alto reddito. Ma se hai vent’anni e non t’impelaghi in una tossaccia da tabagista o in non meno tossiche cose di cuore, non per questo smetti di stare male. I polmoni stanno meglio d’un tempo, forse, e le nudità sono quiete. Ma la mente soffre.
[…]Così mentre Gino Paoli – meraviglioso Chisciotte – dice di voler fondare il partito dei tabagisti (motto: “Fatevi i fatti vostri, ai miei ci penso io”), mentre ricorda Camilleri fumante a novant’anni con gli amici morigerati morti prima di lui e si pensa subito alla Fallaci che aspirava in faccia al cancro, mentre Alessandro Haber parla di piccole trasgressioni contro i divieti del ministro Schillaci, mentre tutti questi signori d’altri tempi ci fanno toc toc, i giovani o giovanissimi non dicono allo stato di farsi i fatti suoi, no. Al contrario gli chiedono di farsi, lui, i fatti loro. Di entrare cioè nelle loro vite spente per medicare le ferite del “sistema”.
L’articolo è dietro paywall sul sito del Foglio, ma come scrive la stessa autrice:
Perché per i vizi, come per le virtù, bisogna impegnarsi. Lo sbraco non basta.
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