Matteo Palamidesse sul substack HoA racconta la storia della Guerra del Tigrè (2020-2022). Nella prima puntata [N.d.M.: questo il link per leggere l’articolo] di una serie di otto si descrivono le origini del conflitto, uno dei più sanguinosi e ignorati del recente passato.
A livello internazionale la guerra nel Tigray è un caso rarissimo di “buio totale”, quello che inghiottito la regione durante la guerra, ed ha contributo alla mancanza totale di interesse per quello che stava accadendo. Un blackout assoluto che ha determinato l’assenza per mesi di informazioni e notizie e che ha permesso che crimini di guerra e contro l’umanità, omicidi extragiudiziali, stupri e massacri avvenissero impunemente. Tra i 600.000 e gli 800.000 morti, questa la conta delle vittime di questa guerra, questo è quanto riporta uno studio dell’Università belga di Gand; ma i vivi, oggi, fanno i conti con la morte ogni giorno e non vi sarà studio o pubblicazione scientifica a descriverlo, a documentarlo.
Dopo la caduta del regime comunista nel 1991, l’Etiopia è stata governata da una coalizione di governo, formata dai vari partiti a base etnica che avevano combattuto contro il Derg. Fra di essi predominò per vent’anni il TPLF, che rappresenta gli interessi tigrini (l’etnia prevalente nel nord del paese): questa situazione portò però a un crescente malcontento nel resto dell’Etiopia, finché nel 2018 arrivò al potere Abiy Ahmed, di etnia Oromo (la più numerosa, prevalente nel centro-sud). Abiy* tentò di unificare i vari partiti precedenti, causando le proteste del TPLF, che venne progressivamente marginalizzato: governo centrale e regionale tigrino si accusarono a vicenda di illegittimità, finché il TPLF, nel novembre del 2020, attaccò le truppe federali presenti nella regione. La guerra si estese presto, con il coinvolgimento degli Amarici (la seconda etnia più numerosa), e soprattutto con quella dell’esercito eritreo: Abiy aveva firmato un accordo di pace con l’Eritrea, e dato che entrambi i governi temevano le attività del TPLF, decisero di collaborare contro di esso. Le truppe delle varie parti sono state accusate di terribili crimini di guerra, stupri sistematici di inaudita violenza, atti di pulizia etnica: in particolare l’esercito eritreo massacrò centinaia di persone nella città di Axum, e approfittò della guerra per attaccare i campi profughi che ospitavano quasi centomila persone fuggite dal regime di Asmara, molte delle quali vennero poi arruolate a forza.
* In Etiopia non ci sono cognomi, il secondo elemento del nome è il nome proprio del padre (NdM).


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