Un lavoro di Mauro Cursietti che fornisce un’edizione critica de Il Guerin Meschino di Andrea da Barbierino (1370-1432), ripreso da Marco Pucciarini su Studi Umbri, collocherebbe la grotta della Sibilla Appenninica, leggendaria maga e indovina, in Calabria e non sul Monte Sibilla sull’Appennino Marchigiano.
Il Monte Sibilla secondo varie leggende, avrebbe ospitato in una grotta ormai crollata l’ingresso al regno sotterraneo della Sibilla. Secondo questo studio di Mauro Cursietti, la collocazione del regno della Sibilla nel centro Italia come fatta interpretando Il Guerrin Meschino di Andrea da Barberino (una delle fonti principali di queste leggende) sarebbe errata; nella sua opera, Andrea da Barberino collocherebbe infatti la Sibilla incontrata dal Meschino in Calabria.
Il Cursietti ricostruisce, con un lavoro filologico esemplare, sia l’autentica fisionomia del testo quattrocentesco sia il tortuoso processo di trasmissione che nei secoli ha portato a notevoli alterazioni di struttura e di linguaggio.
Fino all’edizione del Cursietti si è sempre collocato il regno della Sibilla – protagonista dell’episodio del Guerrino – nei monti Sibillini, dove si trovano una “grotta della Sibilla” ed una “fonte del Meschino” (cfr. L. Paolucci, La Sibilla appenninica, Firenze 1966; gli studi di Desonay, di Rajna e di Febo Allevi). Ma il Cursietti ha mostrato che, quando si parla di Nocea/Norcia, «non si tratta affatto di Norcia in Umbria, come si è sempre creduto, ma di Lucera, in provincia di Foggia, indicata in fonti storiche anche con la denominazione di Nuceria e presente con il nome di Norcia, anche in una delle profezie di Merlino volgarizzate da Paolino Pieri […]. La sua sede si trova nell’Appennino che attraversa la Puglia e la Calabria. L’espressione “l’Alpi d’Appennino nel mezzo d’Italia” non indica perciò l’Italia centrale, ma semplicemente la collocazione mediana dei rilievi, interni rispetto alla costa. La conferma che cancella ogni identificazione con la Norcia umbra è offerta dal racconto del viaggio di Guerrino da Reggio Calabria a Nocea (VI 4), dove si dice chiaramente che la città si trova al di là dell’Aspromonte. Infine la stessa Sibilla parla di queste nostre montagne di Calavria (VXV 4), riferendosi evidentemente a rilievi situati nelle vicinanze» (Cursietti, cit., p. 332, nota 3).
Secondo Marco Pucciarini questa scoperta apre a ulteriori sviluppi nelle indagini alla ricerca del percorso del Guerrino in Calabria:
La Sibilla ha dunque perso il suo regno in Umbria ma l’ha ritrovato in Calabria. Ora, non togliendo questa scoperta nulla al valore simbolico del ciclo del Meschino, apre però due interessanti linee di indagine. La prima è l’identificazione del percorso calabrese del Guerrino e dunque dell’itinerario che lo porta alla grotta; la seconda è data dalle problematiche storico-religiose legate all’identificazione della Sibilla nursina, che ora, spurgate da questa erronea sovrapposizione, possono ripartire e attendono di essere risolte, ovviamente per quello che la documentazione può consentire.
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