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La macchina russa per la propaganda di guerra

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Un articolo di Meduza, tradotto da Valigia Blu, descrive il funzionamento della propaganda russa attraverso un’analisi di Dialog, una ONG russa sponsorizzata dal Cremlino attiva in vari campi della comunicazione. Dialog fu all’inizio principalmente un modo per diffondere informazione sui social network, adattandola al profilo dei suoi diversi fruitori: una delle sue prime campagne fu legata alla pubblicità in occasione del referendum costituzionale promosso da Putin nel 2020. In seguito passò a collaborare con le singole autorità regionali russe: l’obiettivo era sia aiutarle a curare i propri profili social, sia fornire ai cittadini un modo di comunicare efficacemente alle autorità i casi di disservizio, in modo da farli risolvere in fretta. Nel frattempo, continuava a creare e far circolare contenuti favorevoli al governo, sia attraverso pagine e canali social esistenti, sia creandone di nuovi. Più di recente, Dialog ha cominciato anche a redigere sondaggi e rapporti informativi, su come i Russi reagiscono alle varie notizie.

Dialog condivide anche post filogovernativi su Odnoklassniki, o “Compagni di classe”, il servizio di social media più popolare tra gli anziani russi. Sono presenti post condivisi da Dialog, ad esempio, in un gruppo di Krasnodar chiamato “Consigli per te”. Il gruppo conta circa 50 mila membri e consiste principalmente in consigli per la pulizia della casa, ad esempio su come combinare i colori della vernice nella propria abitazione o su come risparmiare nei negozi a prezzi stracciati. Inoltre, nel gruppo compaiono spesso post su Sergey Kiriyenko e sulle sue varie attività utili: ad esempio, il primo vicecapo di gabinetto di Putin controlla personalmente i prezzi dei prodotti alimentari nei territori occupati dall’Ucraina o aiuta a realizzare i desideri dei bambini per il nuovo anno.

Ovviamente l’invasione dell’Ucraina ha permesso a Dialog di fare un salto di qualità. Oltre a creare e diffondere fake news, in Russia e all’estero, la ONG si è riciclata come debunker. Collabora infatti con canali come “War on Fakes” che diffondono messaggi simili, con il pretesto di combattere la disinformazione occidentale. Attualmente l’ONG gestisce più di 100.000 pagine sui social media.

“Vladimir Tabak (il capo di Dialog, NdM) si è lamentato del fatto che nei primi giorni dell’invasione russa dell’Ucraina, il ministero della Difesa ha diffuso informazioni in modo incompetente e intempestivo”, ha detto un conoscente del responsabile di Dialog. “E forse, dopo diverse settimane, sono riusciti a concordare che l’amministrazione presidenziale avrebbe lavorato sulle comunicazioni del ministero della Difesa. Ma ora ‘tutto è sotto controllo’, ovviamente”. (…)

Un manuale di Dialog che è stato possibile visionare spiega come “smontare le fake news” in situazioni in cui non ci sono abbastanza elementi fattuali. Il documento suggerisce di screditare la fonte dell’informazione, sottolineando quando mancano foto o video per confermare una notizia o quando questa si basa su resoconti anonimi. Un’altra raccomandazione è quella di menzionare chi potrebbe essere avvantaggiato dalla notizia, dicendo cose come “l’Ucraina vuole demoralizzare i cittadini russi”.


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