MaddMaths! pubblica due recensioni, una a firma di Maria Mellone e l’altra a firma di Marco Verani del saggio La matematica è politica, l’ultimo lavoro della scrittrice e matematica Chiara Valerio. Alla recensione della Mellone MaddMaths! ha scelto di allegare il video di un monologo della Valerio durante una puntata del programma televisivo Stati Generali – trasmesso da Rai 3 fino al gennaio scorso con la conduzione di Serena Dandini -, nel corso del quale la scrittrice esaltava il potere dello studio e della lettura.
Quando ho letto dell’uscita di questo libro mi ha subito catturato il titolo che mi sembrava la risposta alle polemiche, di poco prima della pausa estiva, sulle capacità predittive della matematica e dunque sul suo possibile ruolo come guida di scelte politiche. In questo tempo sospeso di emergenza per la pandemia, la comunicazione dei media di massa è stata – mai come prima – popolata da numeri, grafici e previsioni e la matematica ha sicuramente preso la ribalta (basti pensare al famigerato bollettino della Protezione Civile trasmesso quasi a reti unificate alle ore 18). D’altra parte, ad un certo punto si è imputata alla matematica, e non alla lettura (spesso distorta) dei dati matematici raccolti, la responsabilità di scelte politiche fatte.
Il titolo coraggioso di questo libro mi ha dunque attirato: mi affascinava la possibilità di ribaltare l’idea, potremmo dire gentiliana, che la matematica e la sua conoscenza non siano poi così essenziali per l’esercizio di una cittadinanza attiva. Volevo vedere se si riusciva, attraverso argomentazioni convincenti, a sottolineare il ruolo che la matematica può avere nella Politica con la P maiuscola, bilanciandolo con la responsabilità delle scelte che deve prendere chi ha un ruolo politico.
Ben oltre le aspettative, pagina dopo pagina, le riflessioni dell’autrice mi hanno aiutata a sciogliere il disagio provato qualche settimana prima per le polemiche sulla matematica. Mi trovo perfettamente in ciò che è scritto nel breve saggio, in particolare quando si dice che “la verità assoluta è deresponsabilizzante” e che la matematica, appunto, non cerca verità assolute, ma tra i suoi obiettivi c’è quello di chiarire le relazioni tra verità, contesto e approssimazione. Ovviamente “accettare l’interscambiabilità del proprio punto di vista può essere seccante”, proprio per questo bisogna esercitarsi e la matematica può essere una buona palestra in tal senso. Se è vero infatti che “le verità umane somigliano alle verità matematiche”, allora sono tutte assolute e, allo stesso tempo, dipendenti dal contesto o, come diremmo in matematica, dall’insieme in cui vengono enunciate. Perché entrare e uscire da punti di vista diversi in matematica significa cambiare ipotesi. Così, ad esempio, un’equazione di secondo grado può essere irresolubile o meno a seconda dell’insieme di definizione che si considera.
Immagine da PxHere
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