Bian Quian sul suo canale YouTube Dazibao parla di un movimento tra i giovani cinesi che sta dando qualche grattacapo al PCC.
Quian identifica il fenomeno in tre aggettivi: giovani «comunisti, nazionalisti e soprattutto neomaoisti». L’idea che in Cina i maoisti si oppongono al governo centrale è una cosa che può suonare un po’ strana alle orecchie di chi — abituato a leggere i giornali qui in Italia — avrà sicuramente sentito dire che Xi Jinping è il nuovo Mao Zedong. Ma se questa idea è parecchio diffusa nell’opinione pubblica italiana, i maoisti di nuova generazione in Cina non sono d’accordo. Negli ultimi anni in varie occasioni è accaduto che persone dichiaratamente maoiste siano state arrestate.
Gli strilli e il pensiero dei neomaoisti che preoccupano il governo centrale non sono quelli più radicali («metter fine alla proprietà privata»), bensì quelli che riguardano le critiche alla Cina dell’oggi (come far poco per combattere la corruzione e la crescente divaricazione tra le condizioni di chi ha fatto i soldi con il libero mercato e i poveri dell’entroterra).
Altree idee che differiscono dal PCC sono per esempio la posizione sulla guerra in Ucraina (i neomaoisti sono contrari alla collaborazione con la Russia, in quanto considerano i russi come la causa della rinuncia della Cina alla Mongolia). I nuovi sentimenti di patriottismo si manifestano anche in gogne pubbliche sulle reti sociali; gli obiettivi sono di solito funzionari di medio calibro del regime, accusati di corruzione o favoritismi.
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